“PER IL BENE COMUNE”, A CIVITANOVA PIENONE PER L’INCONTRO CON DON LUIGI MEROLA, IL PRETE CHE COMBATTE LA CAMORRA

merolaUn pubblico numeroso a Civitanova per ascoltare don Luigi Merola “il prete che lotta contro la camorra” relatore ad un incontro ‘Per il Bene comune’, ospitato nel centro civico Fonte, in via Saragat a Fontespina e organizzato dalle associazioni e dai sindacati di polizia. “Non si dica ancora che, rispetto alle grandi città, quello che accade da noi è irrisorio. La maggioranza dei cittadini ha preso coscienza della situazione e non vuole che si arrivi ai livelli di micro – macro Criminalità delle grosse realtà urbane. Insieme, tentiamo di porvi rimedio”. E’ stato questo il filo conduttore che ha caratterizzato la serata con un Merola davvero in forma che ha fatto sorridere per “il suo modo napoletano” di dire le cose ma soprattutto ha fatto riflettere. E’ dal 2000, da quando come sacerdote venne trasferito nel quartiere Forcella a Napoli, che don Merola è impegnato per la legalità e il riscatto civile e sociale del quartiere.
In particolare è stato significativo il suo contrasto allo spaccio della droga con una collaborazione diretta con le forze dell’ordine, che ha consentito nel febbraio del 2004, l’arresto di 23 spacciatori.
Ma è stato l’omicidio di Annalisa Durante che ha profondamente cambiato Forcella e la vita di don Luigi. Annalisa era una bellissima ragazza di appena 14 anni, che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato la sera del 27 marzo dello scorso anno. Infatti, uno dei camorristi, Salvatore Giuliano, bersaglio di un attentato di camorra, si è fatto scudo col suo corpo per salvarsi.
La morte di Annalisa ha scosso profondamente le coscienze, anche perché il giorno del suo funerale, don Luigi dall’altare, ha sferrato un durissimo attacco alla camorra e soprattutto un pressante invito a rompere il muro di omertà e cominciare un cammino di riscatto civile. Il papà di Annalisa, Giannino, convinto da don Luigi decise di donare gli organi delle figlia e soprattutto di rompere il muro di silenzio, costituendosi parte civile nel processo contro gli assassini di sua figlia. A questo è seguita una mobilitazione nel quartiere che dura ancora oggi. Purtroppo, dopo pochi giorni dal funerale, sono iniziati i primi problemi di sicurezza per don Luigi che dall’aprile 2004 vive sotto scorta, con un’auto blindata e con una tutela di tre uomini. L’attività di questo sacerdote è rivolta oggi in particolare, ai bambini del quartiere, che ritrovano la parrocchia come unico punto di aggregazione e alternativa alla strada. Ha organizzato per loro laboratori di teatro, ballo, canto e anche un corso di alfabetizzazione informatica. Per la sua grande capacità di comunicazione e per la sua autenticità, don Luigi è ormai un simbolo alla lotta alla camorra che va molto al di là di Forcella.

 

 

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