CORSI E RI-CORSI DELLA STORIA

Qualche dubbio, alcune riflessioni ed un paio di interrogativi

Si viene a sapere che la nomina di Daniela Corsi a Direttrice Generale dell’ex AV3 (ora AST 3) verrà presto revocata, dopo la recente sentenza del Tribunale di Roma al ricorso della dirigente. Niente da fare per la dottoressa Corsi: la sentenza sancisce che la Corsi non ha i titoli per svolgere le funzioni di Direttore Generale di Area Vasta e convalida in tal modo la decisione presa a suo tempo dalla Commissione ministeriale di escluderla dall’elenco nazionale degli idonei a ricoprire il ruolo di direttore generale di aziende sanitarie pubbliche.
In sintesi, non avendo i requisiti fondamentali, quel ruolo non lo può ricoprire, PUNTO.
Resta il rimpianto per un paio di atti importantissimi, a dire della Corsi, giacenti sulla sua scrivania, che ora rischiano di finire nel macero: peccato!
Ricordiamo che la prima nomina della Corsi, nel dicembre 2020, non avvenne scegliendo il suo nome dalla terna indicata solo qualche mese prima dalla Direttrice dell’allora ASUR Marche, dottoressa Nadia Storti, ma sulla base di una selezione attuata tramite un Avviso Pubblico dal titolo “Avviso pubblico in relazione al comma 3 articolo 10 della legge regionale 13 del 2003”.
Come si spiega la scelta di indire un avviso pubblico che avrebbe prolungato i tempi per la nomina, anziché attingere da una lista già pronta di nominativi?
Quale ne é la logica?
Nell’avviso pubblico erano richiesti i requisiti necessari per rivestire il ruolo di direttore generale di un’Azienda Sanitaria pubblica, i quali requisiti la dottoressa Corsi evidentemente non possiede?
E, se no, per quale motivo?
Come mai nessun ricorso?
Come mai nessuno della terna dei papabili individuati nella lista della Storti (di cui a me non sono noti i nomi) ha proferito verbo?
Se dunque la dottoressa Corsi ha rivestito, come ora decisamente appurato tramite la sentenza del Tribunale di Roma, dal 2020 ad oggi, una funzione gestionale strategica per il Servizio Sanitario come la direzione generale di un’Area Vasta, senza averne i requisiti, sono legittimi gli atti scaturiti durante il suo mandato e da lei firmati?
Inoltre, non avendo la dottoressa Corsi i requisiti fondamentali, per quel complicato ruolo, tanto delicato in periodo di pandemia da far dimettere il predecessore Alessandro Maccioni perché “l’emergenza e stata tosta … so che e un’esperienza che l’ha provato” (da una dichiarazione dell’allora presidente di Regione Luca Ceriscioli pubblicata da Cronache Maceratesi – 27/07/2020) era lei in grado di valutare adeguatamente le complicate decisioni che doveva assumere e le relative conseguenze?
Nel decidere, ad esempio, quale personale sanitario demansionare o sospendere, applicando solertemente quanto il decreto Speranza, poi convertito in legge, richiedeva, aveva la dottoressa ben chiaro quali sarebbero state le conseguenze drammatiche sull’organizzazione del Sistema Sanitario da lei diretto, già carente di personale, in una situazione oltretutto di piena pandemia?
“…Solertemente sì, ma non sempre equamente”, in quanto mi risulta che alcuni sanitari esonerati non siano stati spostati nemmeno per un giorno dalla propria sede e mansione, mentre altri sì, e di corsa, come ad esempio nel mio caso, che già nella prima tranche, a due mesi e mezzo dal pensionamento, sono stata dirottata ad altre mansioni, a chilometri dalla mia sede abituale, costretta a sospendere dall’oggi al domani i miei pazienti in trattamento (poco male perché gli stessi avranno certamente trovato tempestivamente una risposta adeguata ai loro bisogni), mi é stato impedito di accedere alla mia stanza nemmeno per prelevare i miei effetti personali, lasciati in balia di chicchessia, e, soprattutto mi é stato impedito di fare il naturale passaggio di consegne con tutte le conseguenze per l’organizzazione della Unita Operativa cui appartenevo. Dulcis in fundo, mi é stato omaggiato il covid, a 10 giorni dal mio pensionamento, costretti ad usare gli stessi apparecchi telefonici tra un turno ed un altro, con il risultato che, su 6 operatori demansionati, in quella sede, prendemmo il covid in 4, nonostante le mascherine ffp2 e le cornette da noi “ammuchinizzate” a dovere.
Di Mirella Franco

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