«Con Dante bisogna fare i conti e se i vostri insegnanti vi invitano a misurarvi con uno dei più grandi geni dell’umanità è perché vi vogliono bene e vi stimano». L’altra mattina, all’auditorium del Liceo “Da Vinci” di Civitanova Marche, Davide Rondoni, poeta, critico letterario e autore televisivo, ha esordito così davanti a duecento studenti di tutte le scuole superiori della città, che avevano raccolto l’invito dell’Associazione Dantesca Civitanovese. E partendo dalla “selva oscura”, il poeta ha fatto capire l’attualità di uno che ha scritto la Commedia settecento anni fa. «Con la “selva” – ha spiegato Rondoni – Dante ci vuol dire che quando si cresce ci si accorge che la vita è un rischio; non accettarlo significa vivere in modo banale, dimenticando i propri desideri». Per Rondoni, Dante ci dice che si deve imparare a vivere, e che per farlo occorre scegliere una buona compagnia di amici e di maestri. I social e la televisione, a cui tutti fanno ricorso, non sono la risposta. «Nella Commedia, Dante si sceglie bene guide e compagni di viaggio – ha ricordato Rondoni – come se li era scelti in vita. Uno dei suoi maestri nella vita reale era stato Brunetto Latini, che poi lui metterà all’inferno, fra i sodomiti. Ma Dante non vuol togliere nulla alla figura di Brunetto, perché è convinto che un uomo non possa essere ridotto ai suoi peccati». Rondoni, grazie anche alle domande dei ragazzi, ha passato in rassegna vari personaggi della prima cantica: Virgilio («un vero maestro, che al momento opportuno, consapevole dei suoi limiti, si fa indietro e lascia Dante»), Paolo e Francesca («due che si fanno guidare da un libro, come voi, quando pensate di imparare che cos’è l’amore dai social o dai programmi televisivi»), gli ignavi («perseguire il quieto vivere è un errore, perché così i colpi della vita si esauriscono in una bolla di sapone che poi svanisce; voi invece dovete impegnarvi con la vostra vita»), fino allo sprofondo dell’inferno. «Laggiù – ha osservato – nella parte più cupa dell’inferno dantesco non ci sono fuoco e fiamme, c’è il gelo, c’è un lago ghiacciato. Quando ti senti freddo, è allora che tocchi l’inferno. L’intelligenza è fredda e per questo non basta per vivere: occorre l’affectus, cioè l’amore, la volontà di vivere». Prima di congedarsi, Rondoni ha messo in guardia ancora una volta dai cattivi maestri, «da coloro che diseducano il vostro gusto e vi allontanano dal bello, da chi vi dice che dovete cercare il vostro equilibrio in voi stessi, che dovete fare da soli. La legge della vita è la relazione, non il guardarsi allo specchio: il narcisismo è sterile, solo dalla relazione può nascere qualcosa». All’incontro era presente anche l’assessore Barbara Capponi, che ha portato il saluto dell’amministrazione comunale e dei Teatri di Civitanova che hanno reso possibile il progetto. Il prossimo appuntamento sarà per il prossimo febbraio, con lo scrittore Daniele Mencarelli.