Si sono aperte le porte del carcere per Paolo Porfiri, il giovane di Macerata che lo scorso 3 settembre travolse e uccise con l’Audi il civitanovese Lanfranco Cestola lungo la Statale.
Il trentenne nonostante l’impatto violentissimo -tanto che il parabrezza della sua auto andò in frantumi- non soltanto non si fermò a prestare soccorso, ma proseguì la sua corsa fino a casa dove cambiò macchina e come se nulla fosse andò a Porto Recanati. Grazie però alle testimonianze raccolte, gli investigatori sono riusciti ben presto a risalire a lui. Arrestato con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso con l’aggravante di aver guidato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, era stato trasferito in carcere. I suoi legali sostenendo la tesi che il Porfidi non avrebbe potuto reiterare il reato in quanto gli è stata tolta la patente e la sua auto è danneggiata, si sono rivolti al Tribunale del Riesame che ha ritenuto validi i rilievi e hanno concesso a Porfidi gli arresti domiciliari. La condanna che rischia è di oltre tre anni di reclusione.