“Nel leggere i resoconti della manifestazione per il Centenario dell’ATAC una frase del Sindaco Mobili mi ha particolarmente colpito e, cioè, quando afferma che l’ATAC è di tutti gli amministratori che hanno contribuito a farla crescere e dell’intera città. Non è così caro Mobili, o perlomeno non è così che ti sei comportato tu e la tua Amministrazione.
Una drammatica coincidenza ha fatto si che il giorno stesso in cui ti accingevi a celebrare e banchettare, tre ex-sindaci, tutti quelli ancora viventi, e cioè il sottoscritto, Augusto Frinconi e Barbara Pistilli si ritrovassero al mattino al funerale di Gian Mario Perugini.
Gian Mario oltre ad essere stato Amministratore dell’ATAC è stato anche assessore al Comune di Civitanova Marche. Non un manifesto dell’Amministrazione, né un amministratore in carica, era presente in quella piazza stracolma a rendergli l’omaggio istituzionale che gli era dovuto.
Sì caro Mobili, si tratta di un atto dovuto e non discrezionale nei confronti di chi, come Perugini, ha davvero contribuito a far crescere Civitanova Marche non solo come amministratore ma anche per il suo prestigio professionale e per la sua riconosciuta statura morale.
Oltre che il saluto estremo gli era stato negato, invece, anche l’invito a partecipare alla festa dei cento anni dell’ATAC. Malgrado ne abbiate tanti di …..”poteri” non riesco ad attribuirvi quello di aver potuto prevedere la sua morte improvvisa e, purtroppo, prematura tanto da non invitarlo così come non hai e non avete invitato quei tre Sindaci che si sono casualmente ritrovati al funerale di Gian Mario Perugini.
Eppure anche questo non è un atto discrezionale ma obbligatorio e dovuto.
Esiste, e lo dovresti sapere, un’apposita Circolare emessa a tal proposito nel 2003 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi con la quale si ribadisce che in occasioni ufficiali, come in questo caso, l’invito agli ex-sindaci è, appunto, un atto dovuto.
Penserai che sto appigliandomi alla “forma”.
No caro Sindaco, mai come in questo caso la forma è “sostanza”, non solo perché lo dice un emerito Presidente come Ciampi, ma perché in questi 15 anni avete fatto sistematico scempio, oltre che di tutto il resto, anche di un qualsiasi comportamento che potesse avvicinarsi alla decenza Istituzionale.
Quando si cancellano a proprio piacimento i pezzi “scomodi” per una parte politica della storia della città non si compie una scorrettezza verso i soggetti interessati ma si demolisce “l’edificio” costruito da una memoria condivisa.
Senza una memoria condivisa la città è consegnata ai “furbetti del quartierino” e, soprattutto, viene a mancare qualsiasi progetto credibile per il futuro.
Questo è quello che Civitanova oggi sta vivendo: la cancellazione della memoria storica che sta opprimendo il presente e rende incerto ed oscuro il futuro.
Questa è la responsabilità più grave che ti e vi attribuisco, addirittura più degli scempi edilizi e della mancata trasparenza amministrativa”.