Terzo appuntamento della stagione concertistica curata dalla Associazione culturale «Appassionata», completamente dedicato a Liszt nella seconda parte e con riferimenti a lui nella prima. Nel teatro della Società Filarmonico-Drammatica di Macerata si è esibito al pianoforte il M° Francesco Libetta. Nel corso della prima parte della serata Libetta, concertista, compositore e direttore d’orchestra di livello internazionale, ha eseguito due «Studi» di Fryderyk Chopin, Fantasie, op.17 di Robert Schumann e Vingt Ans, tratto da Grande sonate di Charles Valentin Alkan, tutti brani in qualche modo legati tra loro poiché dedicati dai rispettivi autori al grande pianista ungherese. Nella seconda parte del concerto, invece, il giovane artista pugliese ha proposto musiche di Liszt: Deux legendes, su San Francesco d’Assisi che predica agli uccelli e San Francesco da Paola che cammina sulle onde, brano questo dall’atmosfera cupa e intensa, ispirato ad un quadro di Eduard von Steinle. A seguire Valse oublié n.1, composto da un Liszt ormai settantenne che guarda indietro, con una certa nostagia e leggera ironia, ad alcuni suoi lavori giovanili. Quindi Au bord d’une source, ispirato al poeta tedesco Friedrich Schiller, un brano di grande difficoltà che esalta le doti tecniche dell’esecutore. A chiusura della sua applaudita performance, il M° Libetta ha eseguito Canzone, dall’Otello di Rossini e la celeberrima Tarantella, scritta sul tema di una vecchia canzone napoletana di Guglielmo Cottrau. Al concerto ha assistito un pubblico eccezionalmente numeroso. La sala della Filarmonica era, infatti, gremita. La platea ha seguito con grande concentrazione i virtuosismi del M° Libetta, magicamente attratta e quasi ipnotizzata dalla sua esibizione che ha messo in evidenza una grande varietà di sonorità, dai delicati «pianissimo» ai fragorosi e potenti «fortissimo»,eseguiti con tecnica straordinaria e abilità consumata, entrambe sostenute da una passione profonda dell’artista per la musica proposta.Concentrazione e attenzione sicuramente meritata da un artista per il quale i critici più influenti, come Harold Schonberg, Paolo Isotta e John Ardoin, hanno espresso giudizi molto lusinghieri. Il pianista ha eseguito a richiesta due bis, con brani di Debussy e dello stesso Liszt.