LA MORTE DI MICHELE GISMONDI. CIAO “MICHE'”, CONTINUA A PEDALARE NELLE STRADE DEL CIELO

image11Ciclismo marchigiano, ma non solo, in lutto per la morte di Michele Gismondi, il fido gregario di Coppi degli anni cinquanta, scomparso recentemente dopo aver compiuto 82 anni. I funerali si svolgeranno nella sua Montegranaro nella chiesetta dedicata a San Serafino, un umile fraticello che per tenacia e umiltà, può essere stato l’ispiratore della sua splendida carriera di ciclista. Non solo nella veste di fedele gregario del “campionissimo”, con il quale vinse nel ’52 il trofeo Baracchi e che divenne un amico fraterno tanto che fu suo testimone nel matrimonio con la gentilissima signora Romana, ma anche come protagonista di corse importanti, come in quel campionato del mondo del ’59 che si svolse a Zandoort, in Olanda, e vinta in volata da Andrè Darrigade. Gismondi arrivò secondo, ma il campione francese sostituì la bici negli ultimi chilometri per cui doveva essere squalificato e di conseguenza la prestigiosa maglia con i colori dell’iride doveva essere indossata dal corridore di Montegranaro. La federazioni italiana però non produsse reclamo, per cui l’ordine d’arrivo restò immutato.
Una vita trascorsa nell’operosa quiete di Montetegranaro, ancora ora capitale del settore calzaturiero, e dove tutti gli volevano un bene profondo. Proprio recentemente siamo andati a trovarlo e in quell’occasione ci colpì il fatto che Michele parlò della sua carriera di corridore con tanta umiltà, convinto di aver dato al ciclismo tutto quello che aveva, E non è stato poco. (v.d.s.)
Nella foto: un’immagine di Gsmondi, giovane corridore marchigiano, come vogliamo ricordarlo.

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