Ormai è scontro aperto tra sindaci e governo sulla legge di stabilità. “Intanto speriamo nell’intervento del premier e del presidente Napolitano, ai quali ci siamo appellati perché si approvi entro fine anno una manovra correttiva. E il 29 gennaio terremo a Roma l’assemblea straordinaria dei sindaci per valutare le decisioni del governo e del Parlamento e assumere le iniziative conseguenti”. E’ quanto afferma il sindaco di Roma Ignazio Marino in un’intervista a Repubblica.
“Potremmo – ha continuato il primo cittadino romano – anche arrivare a una conflittualità con lo Stato, che porterà i Comuni a far valere le proprie ragioni in tribunale. A partire dai crediti insoluti vantati nei confronti dell’amministrazione centrale, per esempio le risorse anticipate, e non rimborsate, per il funzionamento della giustizia”.
“Siamo pronti a dare battaglia. Il governo ci deve ascoltare”, avverte Marino. “Negli ultimi anni alle città sono stati sottratti trasferimenti per oltre 8 miliardi, nessun’altra istituzione ha subito misure tanto draconiane. E’ a rischio la tenuta del Paese”.
“Quest’anno a Roma abbiamo fatto i salti mortali per non toccare il sociale, ma non possiamo garantire per l’anno prossimo. Si tratta di risorse che servono per pagare i servizi essenziali”, spiega Marino. “Qui si sta giocando con la carne viva degli italiani, che sono gia’ allo stremo e non possono
sopportare altri sacrifici: pena la rivolta sociale”.
Per il primo cittadino di Roma, “le strade sono due: o si alzano le aliquote al 3,5 per mille sulla prima casa e all’11,6 sulle seconde, oppure si trovano altre compensazioni che permettano ai comuni di recuperare almeno 1,5 miliardi. Tertium non datur, a meno di non voler ammazzare la gente”.
Non diversa la posizione del sindaco di Milano. “Abbiamo pazientato fino all’ultimo. Io stesso ho detto agli altri sindaci: vediamo se si riesce a cambiare il provvedimento nelle battute finali. Ma adesso basta, con la fiducia si confermano tagli pesantissimi, e dall’ interlocuzione passiamo allo scontro”. Giuliano Pisapia lo afferma in un’intervista al Manifesto. “Il governo non ha mantenuto due promesse che ci aveva fatto. Non operare ulteriori tagli, dopo quelli già molto onerosi che abbiamo subito negli ultimi anni. E, soprattutto, concordare con noi le politiche fiscali che ci riguardano. Invece è arrivata una gragnuola di tagli, non sappiamo veramente come fare”, afferma Pisapia.
“A causa di queste riduzioni caricate sulle spalle dei Comuni, Milano ha perso circa 800 milioni di euro negli ultimi 3 anni. E va tenuto conto che il nostro bilancio e’ di due miliardi annuali, gran parte dei quali pero’ sono costi insopprimibili, dal personale ai trasporti”, spiega il sindaco. “Quindi quando ti sottraggono le risorse, ti dicono praticamente di tagliare i servizi per i cittadini, dalla scuola all’assistenza, alla cultura”.
Sulla mini-Imu, “sono 44 milioni di euro che purtroppo i milanesi dovranno pagare a gennaio per le scelte del governo”, rileva Pisapia. “Stiamo valutando in queste ore di stanziare 6 milioni di euro per esentare i cittadini di fascia bassa, così come abbiamo fatto con l’Irpef”.