Poco più di un anno fa aveva fatto parlare di sé l’iniziativa dello Stefy Bar, il locale di via Castelfidardo che aveva scelto di abbassare il prezzo della tazzina di caffè a 60 centesimi.
La titolare allora aveva dichiarato:”Chi gestisce un’attività commerciale tocca con mano ogni giorno gli effetti della crisi. Ho deciso di fare qualcosa”. Detto fatto, e ha invitato anche i colleghi a condividere la sua scelta.
Non ci risulta che in molti l’abbiano seguita ma girando per la città si
scopre che diverse attività commerciali si stanno rapportando con la crisi con lo stesso spirito empatico e creativo.
Intanto hanno aperto un paio di ristoranti dove è possibile mangiare con una cifra abbordabilissima e decisamente popolare che fanno registrare sempre il tutto esaurito.
Ma non si parla solo di sconti e promozioni lineari che sono comunque
frequenti in particolare in questo periodo estivo negli stabilimenti, dove si vedono prezzi molto più competitivi di quelli della costa romagnola, ad esempio per l’affitto di ombrellone e lettino che nella nostra spiaggia si può “strappare” a circa la metà del costo. E già è da elogiare lo sforzo e la volontà di venire incontro alle problematicità dei clienti che altrimenti sarebbero molto probabilmente costretti a rinunciare. Ma c’è di più, c’è un’evoluzione comunicativa, c’è un parlare in modo diretto al potenziale cliente, c’è la franchezza di confrontarsi con la difficoltà. La crisi non la si nasconde ipocritamente come è stato fatto fino a qualche tempo fa ma la si affronta senza vergogna. Ecco allora che si possono leggere cartelli con su scritto: “Apericena a 5 euro e puoi mangiare quanto vuoi” oppure:
“Sei anziano? Sei giovane? Hai un lavoro? Non hai un lavoro? Il prezzo lo decidi tu”.
Della nostra regione spesso si è parlato come esempio per la capacità di fronteggiare la crisi, non tanto per la resistenza, che comporta l’attesa passiva di una ripresa, quanto per la resilienza che implica al contrario un adattamento, una metamorfosi.
Seppur piccoli e ancora troppo limitati, questi sembrano proprio i segni di una resilienza civitanovese.