A guardare gli schieramenti politici si direbbe che abbiano dato libertà di coscienza sul voto per il refendum del 17 aprile, tanto da creare una certa confusione tra noi poveri mortali: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sostiene che è una consultazione inutile e invita quindi all’astensione, Pierluigi Bersani ha dichiarato che andrà a votare ma non si è pronunciato su come voterà; la Lega Nord è schierata con il SI per opposizione politica al Governo, il governatore della Puglia Michele Emiliano, Pd, è capofila dei NoTriv, quindi un chiaro SI il suo, come quello di Giovanni Toti, esponente di Forza Italia e Presidente della Liguria.
Posizioni trasversali che si allineano con il #cosechesidicono di questa settimana: “Sul Referendum non mi atterrò alle indicazioni di partito”. La libertà di coscienza.
Tra i promotori del referendum ci sono i rappresentanti delle Assemblee legislative di nove Regioni: Basilicata (Cs), Campania (Cs), Calabria (Cs), Liguria (Cd), Marche (Cs), Molise (Cs), Puglia (Cs), Sardegna (Cs), Veneto (Cd). Uno schieramento politico e istituzionale rilevante e trasversale.
Secondo i dati di Legambiente le concessioni attuali entro le 12 miglia sono 35, per un totale di 79 piattaforme e 463 pozzi, distribuiti tra Mare Adriatico, Ionio e canale di Sicilia, coprono un fabbisogno nazionale pari all’1% per il petrolio e al 3% per il gas. Non sono certo percentuali vitali.
Il Governo, con un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 e raccogliendo almeno in parte le sollecitazioni giunte dalle regioni e dalle associazioni ambientaliste, ha vietato tutte le nuove attività estrattive entro le 12 miglia, lasciando aperta però la possibilità di rimanere fino all’esaurimento del giacimento, ed è proprio su questo temine che il referendum si concentra contestando una concessione senza limiti di tempo su un bene comune.
La Sarago Mare che è diventata ormai parte del nostro skyline marino, dista dalla costa civitanovese soltanto 3 km ed è stata la scorsa estate al centro della plateale protesta di Greenpeace: con un’immagine dal forte impatto comunicativo ha reso evidente che la scelta tra il Si e il No, che rischia di essere esclusivamente dettata da opportunismi politici, in realtà è molto concreta: vogliamo vederla in eterno quella piattaforma o vogliamo sperare che sparisca prima o poi dalla nostra vista? Si dirà che è una prospettiva egoista. Sicuramente. Ma è quella più efficace anche per la libertà di coscienza.