CITTÀ ALTA: UN AUTOBLINDO IN PIAZZA PER UNA LEZIONE DI STORIA

È stata un’interessante lezione di storia quella tenuta nel Bar Teatro Cerolini, nella Città Alta, nel corso dell’incontro promosso dal Centro Studi Civitanovesi e dalla locale sezione dell’Archeoclub, che ha avuto come tema di riferimento: “Il carro armato: icona del XX Secolo”. Relatori due notissimi studiosi marchigiani: il collezionista di Osimo, Benedetto Barbalarga, e lo studioso di Ancona, Sergio Sparapani, e per dare rilevanza all’avvenimento nella centrale piazza Della Libertà è stato posizionato un blindato leggero, BRDM-2, del peso di sette tonnellate, di proprietà del collezionista osimano che ha provveduto alla guida del mezzo. Non è stato però un viaggio facile, non certamente per carenze meccaniche, quanto per le autorizzazioni che sono state necessarie per trasferire il mezzo e proprio per questo, nell’introduzione dell’incontro, il prof. Alvise Manni ha ringraziato l’Amministrazione comunale e quelle dei Vigili Urbani e di Polizia, per l’attenzione che è stata posta nell’autorizzazione del trasporto. Inutile dire, che l’autoblindo, che vediamo nella foto, è stato oggetto di attenzione di grandi e ragazzi, buona parte dei quali hanno voluto accedere all’interno dello stesso. Nei saluti iniziali, sia Manni che la prof.ssa Anna Maria Vecchiarelli, hanno espresso la soddisfazione per la riuscita dell’incontro che ha consentito di ripercorrere, seppure attraverso alcuni aspetti di guerra, la storia del XX secolo.
Nella loro ampia relazione, Barbalarga e Sparapani, hanno ricordato le antiche origini dei carri armati, che seppure entrino ufficialmente in scena nella prima grande guerra, già nell’antichità si parla di sistemi di protezione in battaglia come la “testuggine romana”, che i legionari fermavano incastrando gli scudi chiodati per proteggere il loro cammino e poter giungere a contatto con il nemico.
Un dato che ci preme di sottolineare è quello che il carro armato, entra in scena nella battaglia di Flers-Courcelette, due villaggi della Francia settentrionale, del 15 settembre 1916, “nella quale – ha ricordato lo studioso Sparapani – avvenne il primo impiego in battaglia del carro armato: una cinquantina di carri britannici Mark I in appoggio all’attacco degli Alleati, sebbene i risultati non furono notevoli in quanto molti mezzi si fermarono e altri finirono nelle buche che avevano creato le bombe di artiglieria”. Le fabbriche di guerra di un po tutte le nazioni crearono successivamente tank, questo il loro nome in lingua inglese, sempre più pesanti ed efficienti e ai francesi va il riconosciuta l’idea della torretta girevole. Da non dimenticare però anche che l’Italia nel 1911, in quella che fu una fase del crescente colonialismo etiopico, utilizzò dei micidiali autoblindo.
Carri armati che hanno, inoltre, avuto un ruolo di rilievo nell’ultima grande guerra: i famosi Sherman inglesi, che alla guida delle truppe polacche risalirono le Marche e che alcuni di noi, allora ragazzi, vedemmo apparire in quello che era stato un sogno di liberazione.
Il carro armato ha dunque rappresentato un simbolo di liberazione e nel contempo di oppressione entrati nelle immagini e nella storia, come appare nella foto del 1989, quando un ragazzo cinese durante la protesta in piazza Tienanmen, a Pechino, si pose, con estremo coraggio, davanti ai carri armati per fermarli in quella loro marcia antidemocratica. Quella foto fece il giro del mondo e fu inserita, ricordiamo, tra “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo”.
Ma la storia del carro armato, mostro di guerra, non è giunta al termine, dal momento che nel mondo si continua a costruirli e che saranno più veloci e potenti, addirittura invisibili al radar. La speranza è che l’umanità non ne abbia mai bisogno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *