Con una discreta partecipazione di iscritti all’ordine dei giornalistii delle Marche, che fra professionisti e pubblicisti, annovera circa 2.000 iscritti, si è svolta, nella funzionale sede del Centro Fermo Fiere, l’Assemblea annuale, dei giornalisti delle Marche, che poneva nell’ordine del giorno, l’approvazione del conto consuntivo 2013, il bilancio preventivo 2014, la relazione del presidente sulle attività del consiglio e le tradizionali varie ed eventuali. Hanno portato il saluto iniziale, il sindaco di Fermo, Nella Brambati, il presidente della Provincia, Fabrizio Cesetti, che hanno apprezzato la scelta della sede per lo svolgimento dei lavori e hanno messo a fuoco l’importanza e il ruolo che i giornalisti svolgono nel delicato settore dell’informazione.
Dopo l’approvazione, all’unanimità, dei due documenti contabili, il presidente regionale dell’ordine, il civitanovese Dario Gattafoni, si è soffermato ampiamente sulle competenze che l’ordine deve portare avanti e che si possono riassumere in tre capitoli fondamentali: la formazione permanente che è divenuta obbligatoria, l’introduzione del consiglio di disciplina, entrato in attività dal primo gennaio, che non ha avuto un ampio lavoro da svolgere in vertenze di ordine tecnico e deontologico, a testimonianza del dei buoni rapporti esistenti nella categoria, e la creazione della fondazione dei giornalisti delle Marche, che doveva esclusivamente, nei propositi iniziali, mettere al sicuro il patrimonio dell’ordine, poi la sua competenza è stata estesa alle attività di formazione e culturali.
Una serie di approfondimenti sono stati fatti, anche nel corso di alcuni interventi sulla “formazione permanente continua”, entrata in vigore dal primo gennaio 2014 e che riguarda tutti gli iscritti in attività e che comporta l’obbligatoria acquisizione nel triennio formativo 1.1.2014-1.1.2016, di 60 crediti formativi, con un minimo di 15 per ogni anno solare.
A conclusione della mattinata di lavoro, sono stati consegnati, in un bel clima di festa e amicizia, i riconoscimenti ai giornalisti che hanno svolto attività professionale per 25 e 40 anni. Fra questi ultimi, è rientrato, come abbiamo anticipato, anche il nostro collaboratore, Vittorio De Seriis.