ALL’OSPEDALE DI RECANATI NESSUNA DISCRIMINAZIONE RELIGIOSA

Dal dott. Enrico Bordoni direttore dell’area vasta 3 riceviamo e pubblichiamo:

In riferimento agli articoli pubblicati in questi giorni sulla cronaca locale in merito ad un presunto episodio di “discriminazione religiosa” accaduto presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Recanati, è doveroso precisare che il fatto narrato è privo di ogni fondamento in quanto, dal 7 dicembre ad oggi, nessuna paziente di fede musulmana è stata ricoverata presso tale reparto. Non si comprende, quindi, come possa essersi verificato un “atto gravissimo di discriminazione” se non ne sussistono le condizioni. Ancor più, il contenuto degli articoli sorprende e lascia sconcertati perché l’episodio, completamente fantasioso, offende e denigra gratuitamente l’operato dei sanitari che svolgono il proprio lavoro con la massima dedizione e professionalità, nel rispetto dei regolamenti e percorsi intraospedalieri vigenti, nell’interesse e a tutela delle donne ricoverate e della loro privacy. Nel caso specifico, infatti, le norme comportamentali, riportate visibilmente in ogni singola stanza di degenza, testimoniano la massima trasparenza, informazione e diffusione delle disposizioni, valide per tutti coloro che desiderano assistere una puerpuera, concepite nel rispetto e a tutela della loro riservatezza: è, pertanto, strumentale l’aver pensato che possano essere state utilizzate come mezzo di discriminazione. Tali norme riguardano tutte le degenti senza alcuna discriminazione di sesso, razza, età o religione e valgono in tutte le unità operative degli ospedali della Area Vasta 3. Sono norme di buon senso che regolamentano la presenza dei familiari in orari determinati e ne escludono la presenza durante le visite dei medici, le medicazioni o terapie e durante la notte nelle stanze con più di un ricoverato.

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