CARANCINI, “LA SANITA’ DELLE MARCHE PEGGIORA SE STESSA E ANCHE NEI CONFRONTI DELLE ALTRE REGIONI”

“La sanità delle Marche peggiora se stessa e anche nei confronti delle altre regioni italiane.” Ad affermarlo è il consigliere regionale Romano Carancini che specifica come a sostenerlo non sia lui ma è documentato dal Rapporto Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), relativo all’anno 2022, che il Ministero della Salute ha pubblicato pochi giorni fa. “Attraverso la misurazione e la ponderazione di alcuni dati, in concreto – fa sapere Carancini – il Rapporto fotografa la capacità di ogni regione di garantire il diritto alla salute dei cittadini e dunque il rispetto dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in 3 macro-aree: Area Prevenzione, Area Distrettuale e Area Ospedaliera. Per dare un’idea precisa, chi sta sotto il punteggio minimo di 60 – anche solo per uno degli indicatori suddetti – non è adempiente nei confronti dello Stato e di fatto tradisce la fiducia del cittadino. Le Marche di Francesco Acquaroli e Filippo Saltamartini si salvano per il rotto della cuffia perché il dato riferito all’Area Prevenzione sanità raggiunge un misero 60,91 e peggiora di circa 20 punti rispetto al 2021 (82,62) e anche al 2020 (79,01). Non solo. Il Rapporto 2022 testimonia per le Marche anche un passo indietro complessivo delle 3 macro-aree, considerate insieme, con un andamento del punteggio che scende a 243,20 nel 2022 rispetto a 257,90 nel 2021 e 245,74 nel 2020. Neanche il quadro complessivo che confronta le Marche alle altre regioni italiane è rassicurante perché se è vero che, comunque, per un soffio “passiamo l’esame” con nessun punteggio al di sotto del 60, è pur vero che in un’ideale classifica nazionale scendiamo all’8^ posto dopo che nel 2022 eravamo posizionati al 6^. I numeri hanno la “testa dura” e soprattutto, contrariamente a quanto si possa pensare, hanno un’anima che occorre saper ascoltare e interpretare. Il drammatico dato negativo della prevenzione sanitaria delle Marche, che il Rapporto 2022 del Ministero della Salute mostra inesorabilmente, altro non è che la faccia di Francesco Acquaroli e Filippo Saltamartini i quali, in questi anni di sciagurato governo regionale, hanno distrutto la prevenzione sanitaria, o forse non ne hanno compresa l’importanza, riducendo e talvolta addirittura cancellando le diverse attività, azioni e interventi che si sarebbero potuti mettere in campo a difesa delle persone. E non si può tacere, altresì, che accanto alla criticità della macro-area Prevenzione il Rapporto indica, in modo spietato, un’ulteriore negatività denunciata attraverso i cosiddetti indicatori NO CORE nell’Area “equità sociale”: afferma testualmente il documento che i cittadini delle Marche sono costretti alla “rinuncia a prestazioni sanitarie per inappropriatezza organizzativa nell’offerta dei servizi e/o per ragioni economiche”. Sentenze” di fallimento della politica sanitaria di Francesco Acquaroli il quale, da un lato, è scappato per anni dal mostrare il coraggio di investire in prevenzione destinando risorse in quell’area strategica, con risultati che oggi sono sotto gli occhi tutti; dall’altro, il Ministero lo accusa di incapacità di governare la sanità delle Marche nella “organizzazione” dell’offerta sanitaria, purtroppo sulla pelle dei cittadini. Insomma è come dire ad un alunno della scuola primaria che non conosce l’alfabeto. Riguardo alla prevenzione sanitaria, si pensi all’educazione alimentare, alle vaccinazioni, alla profilassi (prevenzione primaria), ovvero alle vaste opportunità degli screening (prevenzione secondaria), o ancora alla gestione dei deficit e delle disabilità funzionali (prevenzione terziaria), per non dimenticare, infine, la prevenzione di forme di ipermedicalizzazione (prevenzione quaternaria). Il pessimo governo della sanità delle Marche ha ostinatamente sempre bocciato nei passaggi legislativi e programmatori della sanità, i diversi emendamenti che il gruppo del Partito Democratico, a mia prima firma, ha provato a proporre, dimostrando la miopia politica e l’inadeguatezza di governare una comunità come la Regione Marche. Il governo di Francesco Acquaroli – conclude Carancini – ha un’ultima occasione: nelle linee di indirizzo dell’Atto Aziendale per le aziende sanitarie – ancora “covato” dopo ben 2 anni dall’approvazione della legge di riforma sanitaria regionale – c’è un ulteriore emendamento del PD, da me presentato in qualità di relatore di minoranza, per dare indirizzo ai Direttori Generali di impegnare e strutturare nella programmazione dei propri bilanci risorse crescenti con destinazione attività sanitaria di prevenzione. Restiamo in attesa che il Presidente Acquaroli mostri un pur minimo segno di coraggio e rispetto nei confronti dei cittadini che hanno diritto di essere accompagnati nella prevenzione.​ Anche se le Marche – lo racconta l’indagine pubblica indipendente del Sole 24 Ore – hanno ben compreso che Francesco Acquaroli ha già tradito la fiducia politica ricevuta.”

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