Il Tar delle Marche ha respinto le istanze con cui si chiedeva la sospensiva della deliberazione Asur che dispone la chiusura dei punti nascita sotto i mille parti annui. Una decisione analoga il Tribunale amministrativo l’aveva adottata per l’istanza presentata dal Comune di Osimo sulla chiusura del punto nascita dell’ospedale cittadino. La chiusura dei punti nascita sotto i mille parti è stabilita da un accordo della Conferenza Stato-Regioni, finora mai attuato. ”Prendiamo atto della decisione del Tar – ha commentato a caldo il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola -, ma aspettiamo di leggere il cosa dice l’ordinanza per le successive valutazioni. Abbiamo sempre sperato in una soluzione politica, una strada che tuttavia non è stata aperta”.
La prima sezione del Tar, presieduta da Maddalena Filippi, ha detto no su tutta la linea alle domande cautelari del Comune di Fabriano, di quello di San Severino Marche e del Comitato per la difesa dell’Ospedale ‘Bartolomeo Eustachio’ di San Severino, che chiedevano la sospensiva della determina 913 del 24 dicembre scorso, con cui il direttore generale dell’Asur dispone la chiusura dei punti nascita dell’Ospedale ‘Engles Profili’ di Fabriano e ‘Bartolomeo Eustachio’ di San Severino sulla chiusura dei punti nascita dei due ospedali. La Regione Marche si era costituita contro le istanze dei ricorrenti. Per quanto riguarda il nosocomio fabrianese, l’ordinanza del Tar rileva che ”il presidio di Fabriano mostra un trend di parti in diminuzione negli ultimi anni, addirittura inferiore alla soglie dalle 500 nascite annue di cui alla Dgr 1088 del 2011”. Inoltre, osservano i giudici, ”risultano potenziati, in termini di destinazione di risorse, i servizi di 118, e risultano attivi, per le emergenze, i sistemi di trasporto assistito materno e neonatale (Stam e Sten), con la possibilità di utilizzare l’elisoccorso, essendo l’ospedale dotato di eliporto”. ”Pur essendo innegabile la delicatezza delle argomentazioni prospettate dall’amministrazione ricorrente – argomenta l’ordinanza – la tendenza attuale è quella di concentrare i parti nelle strutture più attrezzate, sancita fra l’altro nella Conferenza Unificata Stato Regioni del 16 dicembre 2010”. Di qui il rigetto della richiesta di sospensiva. Le due ordinanze (identiche) che bocciano le richiesta analoghe del Comune e del Comitato di San Severino rimarcano che “non si è in presenza di una situazione limite, visto che il numero medio di parti registrato negli ultimi anni presso il ‘Bartolomeo Eustachio’ non si avvicina in alcun modo al parametro minimo fissato dagli atti programmatori adottati in sede statale e regionale”. Quanto ai ”paventati rischi per la salute delle madri e dei nascituri, per un verso – osserva il Tar – sono del tutto indimostrate le obiezioni relative alla mancata attivazione dello Stam e dello Sten, per altro verso le eventuali esigenze di ammodernamento strutturale dell’ospedale di Macerata non precludono di per sé l’incremento dell’attività del Punto nascita fatto salvo, ovviamente, il rispetto delle norme di sicurezza”. In linea generale inoltre, il collegio del ”condivide la motivazione dell’ordinanza con cui è stata respinta l’istanza del Comune di Osimo, nell’ambito di analogo ricorso”.