Giornate di sole caldo che spingono tutti all’aperto, anche i meno intrepidi e i più cagionevoli, come dei vecchietti che, seduti davanti a un bar, godono della luce, consapevoli che potrebbero essere gli ultimi anni, gli ultimi mesi, gli ultimi giorni. “Oh, lassù chissà quanto sarà scuro…”. E’ struggente questo parlare di morte, come è struggente l’immagine di una persona anziana ferma a leggere un manifesto da morto. Eppure quello che mi ha colpito è “lassù”. Lassù, nel cielo tra le stelle, è consolatorio, è un luogo a cui rivolgere lo sguardo, il pensiero, il ricordo, eppure è indefinito. Ho pensato a Umberto Eco che seppur rimarrà in eterno nella storia ha lasciato ormai questa terra e che sono certa, non si è mai pensato lassù. Rileggendo un suo testo di qualche anno fa, proprio sulla morte, da laico e da intellettuale non credente, affrontava la paura più grande dell’uomo con l’ironia che lo ha sempre contraddistinto: “ L’unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni. Richiede studio e fatica”. Continuava suggerendo che “Fino al giorno prima si deve pensare che qualcuno, che amiamo e ammiriamo, proprio coglione non sia”, per far sì che la vita possa avere un senso, ma alla fine quando si è compreso, allora “vale la pena, anzi è splendido, morire”. Chissà se lo avrà pensato? Se anche quel passaggio è stato occasione per divertirsi con le parole o con gli elenchi che amava tanto? Avrà insultato qualcuno in modo così ricercato come solo lui sapeva fare? Con termini “ormai desueti ma lessicalmente saporosi” come pischimpirola, cacasotto, lasagnone, scricchianespuli, cacacammisa, cucuzzaro, pizipinturro, fanigottone, margniflone, ciculaté.
Avrà scritto fino alla fine tenendo a cuore le sue famose regole? “Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.”- “Sii sempre più o meno specifico” – “Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata” – “Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi” – “Le parole straniere non fanno affatto bon ton” – “Non usare sigle commerciali & abbreviazioni ecc”.
Si sarà sentito di aver vissuto mille vite come ha augurato a suo nipote consigliandogli di esercitare la memoria come un gioco, ricordando i nomi dei calciatori, i domestici dei tre moschettieri, o chi erano gli ittiti e i camisardi? O imparando a memoria le poesie iniziando da La Vispa Teresa?
Non so come si è congedato, né dove sia andato, ma di sicuro ha lasciato molta luce, per sempre.