EX CASA DEL BALILLA: DEMOLIRE LA RECINZIONE “UNO SCEMPIO URBANISTICO”

casa-ex-balilla“Un profondo scempio alla cultura urbanistico-architettonica della città”. Così Giorgio Medori, presidente dell’associazione tecnici Liberi Professionisti di Civitanova scrive in una lettera aperta e a nome personale inviata al sindaco Mobili riferendosi alla riqualificazione dell’area verde dietro l’edificio della ex Casa dell’Ex Balilla (per la quale il Comune ha stanziato 650.000 euro di cui quasi 500.000 mila per lavori (poi ribasso d’asta in fase di aggiudicazione del 28,50%) che ospita il Teatro Cecchetti, che prevede l’abbattimento della recinzione in muratura realizzata da Adalberto Libera, uno dei più importanti rappresentanti del razionalismo italiano. Inaugurata nel 1935 la struttura era concepita e poi realizzata con tutta la sua delimitazione esterna ed aveva una sua integrità architettonica conforme al razionalismo dell’epoca. Anche il muro a sud era in fase di ultimazione. “È’ vero –scrive Medori- che dalle foto del 1951 risulta che nella parte anteriore era leggermente difforme dal progetto, tuttavia invito il sindaco ad una riflessione seria perché una volta demolita la struttura esterna l’edificio, nel suo insieme, risulterà stravolto o quantomeno menomato anche storicamente. Da evidenziare che le strutture interne alla recinzione eseguite in anni più recenti (la centrale termica e il ristorante-pub sul lato mare), rimarrebbero prive di qualsivoglia delimitazione con un effetto architettonico sicuramente peggiorativo. Nell’idea di Adalberto Libera non c’era solo l’ex casa del balilla ma una visione urbanistica di tutta la via che chi chiudeva con l’ippodromo. Di quell’arco non c’è più traccia, se non nella memoria dei civitanovesi. È stato un vero e proprio atto pubblico vandalico, anche maggiore di quello in oggetto. La casa del balilla ha sempre avuto quella delimitazione. Ammesso che la Sovrintendenza delle Belle Arti abbia dato il nulla osta, a mio modesto giudizio la ristrutturazione non può prescindere dalla conservazione del manufatto, anche perché togliendo solo la parte posteriore e lasciando intatta la parte anteriore sulla facciata principale, si creerebbe una mutilazione alla complessità della struttura. Ho scritto questa lettera -conclude Medori- affinché non si compia un grave scempio”.

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