Dedicato a lui. A Silvio. Non poteva essere questo l’idillio cantato dai magnati della terra di Leopardi al presidente. Ma il regalo più’ bello, il premier, l’ha scartato all’Extasy, al centro benessere Busco della Baraccola. Gliel’ha impacchettato Germano Ercoli, presidente di Confindustria Macerata, che ha voluto spalancare le porte dell’ospitalita’ al leader del Polo, offrendo la cena di chiusura della grande maratona marchigiana.
Presidente Germano Ercoli, come le e’ venuto in mente?
È stata un’idea spontanea, istintiva, un’iniziativa personale. È andata così: mi invitano all’evento, io accetto e poi dico: organizzo o offro io. Una specie di operazione simpatia”.
È stata dura un’impresa di questo genere?
Non particolarmente. Ho organizzato tutto grazie al catering “Il Timone” di Porto San Giorgio.
Tutti lo pensano ma non osano chiederlo. Quanto ha speso per questo banchetto?
Non ha importanza. E poi non è una spesa eccessiva. Tra l’altro una parte e’ stata offerta direttamente da Forza Italia.
Già, Forza Italia. Ma lei che cosa ha a che fare con il movimento?
Non sono mai stato iscritto e non lo sono neanche ora. Vivo a Civitanova. Pensi che non so neanche dove si trova la sede.
Un presidente di Confindustria che organizza la cena a Berlusconi. Come ha reagito alle polemiche dei giorni scorsi?
Sono un libero imprenditore. Le polemiche sono chiacchiere.
Ci hanno pensato alcuni consiglieri del Polo a difenderla…
Ad attaccarmi era stato il consigliere regionale Giannini. L’altro giorno ho avuto un colloquio con lei. Ci siamo chiariti.
L’altra sera Lei è stato uno dei personaggi più vicini a Berlusconi.
Ben poco. Al Pala Rossini lui è stato straordinario. Non ha smesso un attimo di parlare. E non ha bevuto un solo bicchier d’acqua. Poi, alla cena, l’hanno preso d’assalto. C’erano persone che rasentavano quasi il fanatismo.
Cosa ha mangiato il Presidente?
Pochissimo. Qualche oliva ascolana e poi il risotto. Ma quando è stato servito non ha fatto in tempo a prendere la forchetta che erano tutti li’.
Di che cosa avete parlato?
Berlusconi, più volte, ha detto che i marchigiani devono darsi da fare, perché non è possibile che una regione così laboriosa sia in mano alle sinistre.
Se nelle Marche fosse arrivato Prodi, lei gli avrebbe offerto una cena?
No.
E a Rutelli?
Neanche. Pensi che mio padre ha fatto l’operaio per 45 anni. E non ha fatto una sola ora di sciopero. Anche nei momenti terribili dei picchetti in fabbrica.
Allora il lavoro e’ una tradizione di famiglia?
Nel DNA abbiamo la cultura del lavoro. Del dare più che del chiedere. Ecco anche il perché di questa cena.
Articolo di Giorgio Guidelli, da “Il Resto del Carlino” del 13 febbraio 2006