IL RICORDO DI IVO PANNAGGI IN QUESTI GIORNI A NEW YORK

image180In questi giorni il prestigioso museo Guggeheim di New York dedica una rassegna a “Il Futurismo che ha segnato il XX Secolo” e fra le opere di artisti italiani, di assoluto valore mondiale, figurano anche quelle di Ivo Pannaggi (Macerata, 1901 – Macerata, 1981), compresa la tela “Treno in corsa”, olio su tela cm 100×120, dipinto nel 1922, ora patrimonio del Museo Palazzo Ricci di Macerata, della quale abbiamo riportato un’immagine a fianco.
L’avvenimento non è passato inosservato e poiché anche nella nostra città Pannaggi era ovviamente conosciuto, mi sono tornati in mente alcuni episodi che lo legano strettamente al nostro territorio.
Uno di questi è stata la sua partecipazione alla collettiva di pittura, scultura e grafica che si tenne dal primo al 9 settembre 1973 nell’Istituto di riabilitazione “Santo Stefano” di Porto Potenza Picena, su invito dei dirigenti della struttura e su segnalazione del pittore civitanovese Nicola Fioretti, che lavorava al Santo Stefano come educatore. Sono stato fra i visitatori di quella indimenticabile rassegna, dove sono state esposte le opere di famosi autori marchigiani quali Pericle Fazzini, Valeriano Trebbiani e altri e in quella occasione ebbi modo di incontrarlo. In quella mostra Pannaggi portò anche la sua famosa tela “Treno in corsa” della quale abbiamo parlato.
Pannaggi aveva vissuto per quarant’anni in Norvegia, dove aveva svolto l’attività di architetto e pittore e le sue opere erano conosciute in tutto il mondo. A un certo momento della sua vita, aveva sentito forte il desiderio di trascorrere gli ultimi anni nella sua terra e quindi ritornò nella sua natia Macerata.
Un altro episodio me lo ha raccontato lo stesso Fioretti, che ebbe modo di stringere un rapporto di amicizia con Pannaggi. Il primo incontro fra i due avvenne nella “Galleria del Corso” di Macerata nel 1972 in occasione di una mostra personale di Fioretti. Il pittore civitanovese nel vedere entrare nella galleria il famoso personaggio, lo salutò, con una forte emozione, dicendogli:” Lei è il prof. Pannaggi?”. Lui, lo fissò con quello sguardo magnetico che era una caratteristica del suo volto, e gli rispose: “Lei è troppo giovane per conoscermi”. Primo momento di una lunga amicizia e di consigli, dei quali Fioretti conserva scritti, cartoline, libri come quel rarissimo “Patria e Dio” con sua dedica..
Un ricordo che Pannaggi merita ampiamente in occasione di un avvenimento a livello mondiale che dopo i successi riportati nella Biennale di Venezia e nelle più prestigiosa gallerie del mondo gli dedica e che, in un certo qual senso, onora anche noi suoi conterranei.

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