LA RASSEGNA “NON A VOCE SOLA” FA TAPPA A CIVITANOVA

Approda a Civitanova Marche il festival “Non a Voce Sola”, giunto alla quarta edizione. Una rassegna di poesia, filosofia, narrativa, arte e musica al femminile, presentata questa mattina dal presidente dell’Azienda dei Teatri Rosetta Martellini, dall’assessore comunale alle pari opportunità Antonella Sglavo, dalla direttrice artistica Oriana Salvucci, e dalle componenti dell’associazione Donne di mondo Monica Quintabà ed Antonia Talamonti. La protagonista della nona tappa del festival, giovedì 29 agosto alle 21.15 al Lido Cluana, è Benedetta Craveri, scrittrice e “professoressa ordinaria” di Letteratura francese presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. “C’è una forte volontà di dialogo con la città – afferma Rosetta Martellini – e questa rassegna offre una grande opportunità di confronto. In più si potranno trattare temi importanti, “al femminile”. Mi piace sottolineare che l’attenzione verso le donne non si ferma alla sola teoria: per la prima volta anche il cda dell’Azienda dei Teatri ha una componente maggioritaria femminile”.Benedetta Craveri concentrerà il suo intervento sul “piacere della parola”, la parola come specchio dello spirito del tempo, ma anche come creatrice di realtà. Gli interessi della professoressa sono incentrati sulla civiltà letteraria francese del XVII e XVIII secolo, con una particolare attenzione per i problemi relativi alla comunicazione e al ruolo che vi hanno esercitato le donne.
La rassegna dedica una seconda data a Civitanova Marche il 12 settembre con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello. “È la prima volta che questa iniziativa viene ospitata qui – commenta Oriana Salvucci – e per questo devo ringraziare l’Amministrazione comunale, l’Azienda dei Teatri e l’associazione Donne di mondo. L’amore di sé è il fil rouge della rassegna. Non il narcisismo, il vuoto ripiegamento su se stessi, ma quel moto del cuore che apre al mondo e all’altro, al nuovo, al differente, fuori e dentro di noi. È amore per la costruzione di sé, anzi amore per il riconoscimento di sé, fuori dallo ‘sguardo dell’altro’. È su questa scia che si inserisce l’intervento di Benedetta Craveri, raffinata studiosa del potere della parola. La parola costruisce la realtà, è depositaria dei rapporti di forza fra i generi. Dalla lingua si evincono i rapporti di dominio fra le classi e in primis fra i generi. La Craveri legge la storia dal punto di vista femminile, ricostruisce la temperie di due secoli attraverso le donne che hanno costellato quei secoli e ne sono state parte attiva. La Storia Ufficiale non menziona queste donne, non le ricorda e le consegna all’oblio. Vi è tutta un’opera di ricostruzione, di rilettura, di risignificazione e di restituzione all’esistenza di tante donne. Un lavoro reale, un lavoro simbolico, per tutte le donne, per tutti gli uomini”.

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