“Le aree Peep sono un flop?” Una domanda retorica posta dall’associazione ambientalista Citt@verde che aggiunge “solo chi non vedeva e non voleva ascoltare poteva credere che la situazione abitativa e l’uso del territorio a Civitanova fosse in una situazione idilliaca e la situazione di oggettivo stallo delle aree Peep lo sta a certificare.”
Subito una stoccata arriva all’ex amministrazione Mobili “una situazione annunciata e nei fatti perchè è politicamente perverso adottare piani Peep come quelli voluti dalla Giunta Mobili-Perugini quando veniva realizzata la “coda” delle previsioni del precedente PRG e dopo 17 anni di varianti urbanistiche senza pensare alle Peep. Le Peep se da un lato certificano che le scelte della passata amministrazione hanno privilegiato le varianti, le maxi lottizzazioni -negando per circa 17 anni le aree Peep che sono arrivate alla fine del governo Mobili-Perugini innescando una bolla edilizia di carattere speculativo che ha negato per una politica dei prezzi assurda la casa a centinaia di famiglie costrette a cercare l’abitazione in Comuni vicini-, dall’altro rischiano di diventare per il meccanismo perverso di come sono state congegnate le opere di urbanizzazione una sorta di bomba finanziaria ad orologeria per le casse comunali. Di fatto le aree Peep rischiano di accodarsi alle 33 lottizzazioni fra piccole e medie previste dal PRG in “sonno” ma che possono essere avviate per le procedure autorizzative. Una situazione che dimostra l’assurdità di un Piano regolatore concettualmente superato che puntava sulla “crescita” con un dimensionamento a pieno carico che prevedeva una Civitanova da 62.000 abitanti.” “Oggi -prosegue Citt@verde– occorre ripensare le politiche che hanno uno stretto rapporto. Quello che serve a Civitanova è una riqualificazione dell’esistente che punti sulla qualità e il risparmio energetico. D’altronde basta vedere i dati dell’ufficio tecnico che ci dicono che ormai la maggior parte degli interventi è legata al Piano Casa e alle ristrutturazioni. Per avviarsi su questa strada occorre che vi sia la consapevolezza che le carte del gioco le deve distribuire la pubblica amministrazione, il Comune, la nuova maggioranza, il Sindaco.