Trasparenza e contendibilità. Una generazione “in sofferenza”. Costretta a misurarsi con la “fragilità della politica”. Con chi, infettato dal berlusconismo, “pensa che la politica sia solo una grande truffa”. E invece “sappiamo che non solo non lo è, ma che è quanto di più bello ci possa essere: si nutre di etica, di solidarietà, di senso di giustizia, di preoccupazione per il futuro di una comunità”. Oggi pomeriggio a Roma al via “Il futuro mi interessa. Le primarie delle idee”, iniziativa dei Giovani Democratici, in vista del loro congresso nazionale. Per ridisegnare la partecipazione nel nome della trasparenza e della contendibilità.
Un nuovo patto sociale. Gli studenti, gli operai, le donne, il mondo della cultura, la lotta per i referendum. E ancora i temi del lavoro, della cittadinanza, della coesione e della sostenibilità. L’ambizione della giovanile del Partito Democratico è di “portare avanti piattaforme più avanzate, a partire dai provvedimenti più urgenti: subito lavoro per i giovani e le donne, subito infrastrutture per il Mezzogiorno”. E ancora: “norme contro la criminalità organizzata e l’evasione fiscale”. Un nuovo patto sociale a cui “dare le gambe per camminare” organizzando una generazione.
No al partito franchising: “Una legge elettorale diversa”. Il principio è semplice: prima le posizioni politiche e poi il gruppo dirigente che lo porterà avanti. La prospettiva è migliorare la contendibilità anche all’interno del Partito Democratico: “Non si può gridare allo scandalo dei partiti personali, ma accettare senza fiatare correnti personali, franchising elettorali che utilizzano la ditta come se fosse un’insegna commerciale”. Ancora: “Noi amiamo la politica che vive di battaglie quotidiane, di temi, di orizzonti, noi chiediamo una legge elettorale diversa”.
Conoscenza, sostenibilità, lavoro. Per Fausto Raciti, segretario dei Giovani Democratici, “il nostro congresso sarà un momento di discussione aperta sul presente ed il futuro dell’Italia e dell’Europa. La promessa della crescita infinita, della ricchezza che dall’alto sarebbe dovuta scendere verso il basso, della semplificazione e della rimozione di ogni pensiero critico sono finiti, lasciando dietro di sé stati sull’orlo del fallimento, impoverimento generalizzato e il dramma della generazione dell’insicurezza. La nostra generazione”. E l’obiettivo è “costruire una cultura politica nuova” che dia “risposta a questi problemi. L’idea che noi rilanciamo è che solo un’Europa della conoscenza, della sostenibilità e del lavoro possa offrire politiche pubbliche capaci di rimettere al centro le persone e le loro vite sottraendole al declino e all’incertezza”