Una spada di Damocle oscilla sulla testa dei cittadini che dovranno aspettare il risultato del ricorso alla Corte Costituzionale avanzata dalla Giunta Regionale delle Marche contro il decreto “Mille proroghe” che contiene la cosiddetta tassa sulla disgrazia per sapere se dovranno essere loro a pagare i danni provocati dall’alluvione di marzo (610 mila euro). Può sembrare una commedia del paradosso -oltre al danno la beffa- ma le cose stanno proprio così. Il presidente della Regione Spacca ha rimarcato che la richiesta del Governo non è sostenuta dall’esecutività della direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri, perché la Corte dei Conti non ha ancora registrato la direttiva, che prevede per le Regioni un percorso in sequenza: manovra di bilancio, utilizzo al massimo della fiscalità e ulteriore incremento dell’accisa sulla benzina. Per Spacca, “la situazione è anomala. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato l’emergenza alluvione il 10 marzo, ma a distanza di 40 giorni non si ha ancora l’ordinanza. Nello schema sottoposto al concerto del Mef inoltre, si prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro equamente ripartiti tra Regione Marche e Stato. Alle Marche viene indicata una modalità di copertura attraverso l’aumento dell’accisa sulla benzina, gli altri 10 mln sono a carico del Fondo nazionale di Protezione civile: “credo -dice Spacca- che non saremo nelle condizioni di poter dare l’intesa su questo schema”. L’ordinanza andrebbe a compensare “solo la somma urgenza, quei 20 milioni già anticipati dagli enti locali per il ripristino delle normali funzioni delle singole comunità. Mentre resta pressante il problema delle imprese che hanno dovuto interrompere interamente o in parte l’attività (60 milioni di euro) oltre a tutto il resto”. Fortemente critici su quanto sta accadendo anche gli esponenti dell’Idv delle Marche Paolo Eusebi, Paola Giorgi e Sandro Donati che in una nota affermano “Davanti all’insensibilità e all’arroganza del governo per la tragedia alluvione appoggiamo con convinzione il via libera della giunta regionale delle Marche, al ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Milleproroghe, nella parte che riguarda la cosiddetta ‘tassa sulla disgrazia’: mostro di questo governo che impone alle Marche, prima regione in Italia dall’approvazione della legge, di far fronte ai danni dell’alluvione di marzo (610 milioni di euro) aumentando la tassazione. Stupisce e lascia davvero sbalorditi, inoltre, che i parlamentari del centro destra, invece di appoggiare la popolazione alluvionata cercando di fare il possibile per chiedere aiuto e reperire fondi, si siano schierati apertamente con chi vuole tassare i cittadini già colpiti dalla calamità. Il mostro Milleproroghe, quindi, non solo non viene ostacolato, ma addirittura si fa della bassa ironia. Basti pensare alle parole dell’on. Ciccioli che propone una terapia: ‘visto che ogni volta la Regione grida al lupo al lupo, e diffonde falsi allarmi, come il presunto taglio del 65% al bilancio regionale imposto dal Governo, chiederò al Governo di tagliare davvero, nella misura propagandata dalla giunta’. Queste le sue parole di ieri. Parole che noi dell’IdV sentiamo di dover fortemente condannare come offensive e ingiuriose non solo e non tanto per noi, ma soprattutto per i cittadini e le imprese che ancora devono rimettersi in piedi. Auspichiamo inoltre che la mozione presentata dai parlamentari del centrosinistra per cambiare il Milleproroghe nel senso più favorevole alle Marche sia calendarizzata e discussa al più presto e che abbia successo ancor prima che arrivi la bocciatura del Milleproroghe da parte della corte costituzionale.”