Simulazione di reato. Di questo deve rispondere Livio De Vivo dopo l’avviso di conclusione delle indagini. La sua storia aveva tenuto tutti con il fiato sospeso per due giorni. In molti su facebook avevano lanciato messaggi nella speranza che si facesse sentire. Una volta tornato a Civitanova De Vivo aveva denunciato di essere stato affiancato mentre tornava a casa da due uomini, di nazionalità albanese che sotto la minaccia di un coltellino lo avevano costretto ad aprire la portiera della sua auto e una volta dentro lo avevano costretto a mettersi in movimento in direzione di Pian di Pieca dove una volta sul posto, uno dei due malviventi era sceso per consegnare una scatola di scarpe. Da lì poi il viaggio era ripreso fino a Pesaca dove De Vivo era stato tenuto chiuso in un appartamento dopo che gli erano stati tolti i documenti e il cellulare. Alla fine De Vivo era stato lasciato andare. Gli investigatori però hanno mostrato fin da subito perplessità sul racconto e alla fine è stato lo stesso De Vivo a ritrattare e a dire che aveva inventato tutto per sfuggire ad una storia d’amore.
Ora ha 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentito nuovamente o per depositare una memoria. La Procura deciderà se archiviare o rinviarlo a processo.