PROTESTA BALNEARI: GOVERNATORE SPACCA A MANIFESTAZIONE ROMA

spiaggia_gazebo“La Regione Marche aveva già approvato nel 2010 una legge per il rinnovo delle concessioni balneari in correlazione agli investimenti realizzati dalle micro e piccole imprese familiari che operano nel settore. Si tratta di un sistema particolarmente rilevante per l’economia regionale, che dà lavoro a circa 10mila persone soprattutto nel periodo estivo”. Così il presidente della Regione Marche con delega al Turismo, Gian Mario Spacca, nel suo intervento alla manifestazione degli operatori balneari a Roma. “La legge regionale – ha detto Spacca – è stata impugnata dal Governo e dichiarata incostituzionale dalla Consulta perché questa materia è di competenza esclusiva dello Stato. Si comprendono le ragioni di questa manifestazione e la necessità, anche sulla base degli ordini del giorno e dei documenti presentati sia alla Camera che al Senato, di rappresentare con più vigore presso la Commissione Europea le ragioni di queste imprese”. “La direttiva sui servizi, all’art.12, esige che il demanio marittimo sia gestito in regime di concorrenza e quindi attraverso gare. Questa direttiva – ha proseguito Spacca – si basa sul principio di un bene disponibile in forma  limitata e la cui gestione concessoria possa recare danno sulla base del principio della concorrenza ad altre imprese nell’area europea. In realtà queste imprese utilizzano soltanto il 25% del demanio marittimo e la loro natura di micro e piccole dimensioni, con forme giuridiche prevalentemente familiari, non reca sicuramente pregiudizio alla concorrenza europea. Quindi esistono le condizioni per sostenere le ragioni degli imprenditori balneari presso l’Europa, soprattutto nel momento in cui si dichiara di voler rilanciare la crescita dell’economia proprio puntando sulle micro e piccole imprese”.  “La Regione Marche – ha detto ancora  Spacca – chiede quindi al Governo italiano di farsi promotore di un’iniziativa forte presso l’Europa per derogare all’articolo 12 della direttiva sui servizi. Qualora l’Europa rimanga sorda dinanzi alla voce del Governo italiano, a questo punto è sicuramente  necessario legiferare in materia, in mododa salvaguardare l’iniziativa imprenditoriale di queste attività economiche, ricercando un’interpretazione alla normativa europea”.  “In questo senso – ha concluso – le Regioni italiane potrebbero presentare al Parlamento una proposta di legge in considerazione della rilevanza sociale ed economica di questa attività, agevolando così la stesura del disegno di legge che viene richiesto dalle organizzazioni sindacali”.

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