SOLO A CIVITANOVA…

Dal palco del teatro Rossini un artista minaccia di sospendere lo spettacolo e insulta il pubblico delle prime file perché maneggia il cellulare e il problema a Civitanova non è la maleducazione degli spettatori, ma i giornali che lo scrivono. L’episodio accade durante Fratto X, spettacolo di Antonio Rezza nell’ambito del Civitanova Film Festival, e ha innescato diversi paradossi: innanzitutto, la reazione isterica degli organizzatori del Cff nei confronti degli organi di stampa che hanno raccontato i fatti, e poi l’artista costretto a dover chiarire il suo sbotto. Tutto perché l’insulto (‘stronze’) era rivolto alle consigliere comunali Paola Fontana e Paola Campetelli sedute in prima fila, con la prima colpevole di aver usato il cellulare. Solo a Civitanova può accadere che un artista debba spiegare perché ha reagito, affinché la consigliera, che è anche cognata del sindaco, non ci rimanga per carità troppo male e con gli organizzatori del festival preoccupati perché non sia mai si faccia un torto a un esponente dell’amministrazione comunale, una sorta di casta intoccabile. Meglio, allora, insultare la stampa per aver riferito un fatto vero, e da nessuno finora smentito, che condannare politici che si baloccano con i telefonini a teatro, ignari di chi fosse l’artista e incapaci di rispettare le minime regole di educazione e di rispetto nei confronti dello stesso, che poi viene ridicolizzato dalla consigliera Campetelli che scrive sui social “un attore che non ha altro che la maleducazione, le parolacce, e sventolare ai quattro venti i propri genitali per stupire il pubblico, più che farmi tenerezza, mi dà proprio fastidio”. La ‘raffinata’ recensione le vale la risposta di chi a teatro è invece andato con consapevolezza dei contenuti dello spettacolo e dello spessore dell’artista (e che a differenza della Campetelli ha pagato il biglietto) che le risponde “che Rezza è Rezza da decenni, informati prima di presenziare ad uno spettacolo che ti infastidisce”. Solo a Civitanova appunto, dove il potere si consolida anche per le genuflessioni di un certo mondo della cultura, servile e sempre grato per i finanziamenti a questa o a quella iniziativa, come se i denari uscissero dalle tasche degli amministratori e non da quelle dei cittadini che pagano le tasse. Ma tant’è, e allora meglio non disturbare, altrimenti si rischia di essere cancellati come già avvenuto per altri festival ed eventi, meglio non turbare, ma assecondare e riverire. Aveva ragione il buon Alessandro Manzoni a scrivere che “il coraggio, chi non ce l’ha non se lo può dare”.

Giulio Silenzi

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