Arriva l’ennesima stangata sulle bollette dell’acqua, accompagnata dai conguagli, che grava pesantemente sulle tasche dei cittadini. L’aumento annunciato per quest’anno è dell’8%, ma dal 2018 a oggi le tariffe sono cresciute complessivamente del 40%. Un incremento insostenibile che dimostra come, anno dopo anno, la gestione dell’acqua sia diventata una fonte di profitto per il Comune e l’Atac, che negli ultimi anni hanno guadagnato ben 3 milioni di euro solo da questa risorse.
Durante la campagna elettorale, Ciarapica aveva promesso di ridurre tasse e imposte. La realtà è stata l’opposto: non solo le tariffe sono aumentate, ma i ricavi ottenuti sono stati usati per generare utili poi utilizzati dal Comune molte volte per scelte non produttive.
L’assessore Morresi, responsabile di queste scelte, non è stato del trasparente. Ha omesso di dire che l’Atac guadagna ogni anno circa 700.000 euro sull’acqua e ha negato che ci siano stati aumenti, mentre le tasse continuano a crescere. Un esempio eclatante è la tassa sui rifiuti, che subirà un ulteriore aumento del 10% A peggiorare la situazione, il Comune ha aggiunto un milione di euro di spese a carico della tassa, un peso che ricade interamente sui cittadini.
Cinque anni fa, la decisione di adottare una tariffa unica per l’idrico ha avuto un effetto devastante per Civitanova Marche. I cittadini sono stati costretti a finanziare altri Comuni con quasi 2 milioni di euro, aggravando il salasso. Nel frattempo, il 40% dell’acqua continua a disperdersi nel terreno a causa delle tubature obsolete, una delle percentuali di dispersione più alte delle Marche.
I soldi lucrati sull’acqua non sono stati investiti per rinnovare le reti idriche, poiché questi lavori sotterranei non portano consensi elettorali. Di conseguenza, i cittadini continuano a pagare per una gestione inefficiente
Per mitigare le polemiche, l’amministrazione ha annunciato la creazione di un fondo da 250.000 euro destinato ai servizi sociali. Tuttavia, questa misura appare insufficiente e quasi offensiva. Se l’Atac guadagna 700.000 euro ogni anno, destinarne una minima parte alle famiglie in difficoltà è una presa in giro. Inoltre, in passato, bandi con criteri troppo restrittivi hanno escluso molte famiglie bisognose e si sono concretizzati dopo anni .
Sarebbe stato più logico non applicare gli aumenti e rinunciare a lucrare sull’acqua, una risorsa che, per legge e moralità, non dovrebbe essere oggetto di speculazione.
La situazione è insostenibile. Chi ha permesso questi aumenti e ha tradito le promesse elettorali dovrebbe avere il coraggio di dimettersi. In un momento di crisi, aumentare i costi per i cittadini è una scelta irresponsabile e ingiusta.
Gli amministratori dovrebbero ricordare che il loro compito è servire i cittadini, non tradirli. È tempo di affrontare la questione con trasparenza e responsabilità, investendo nelle infrastrutture e garantendo una gestione equa e sostenibile di una risorsa fondamentale come l’acqua senza nessun guadagno ricavato da tariffe che aumentano ogni anno.
Di Giulio Silenzi