Un po’ tutti conoscono i dipinti di Pablo Picasso, pochi sanno quali sono stati gli aspetti della sua vita e a fare la sintesi della sua esistenza di artista innovativo e poliedrico, che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte per esser stato il fondatore, insieme a Georges Braque, del Cubismo, è stato il prof. Roberto Cresti nell’incontro di ieri dei Martedì dell’Arte che la direttrice Anna Donati porta avanti da anni in virtù anche per la sua lunga esperienza pittorica.
Nato a Malaga, località del sud della Spagna nel 1881, morto a Mougins nel 1973, suggestiva località delle Alpi Marittime della Francia, Picasso si è subito avvicinato sin dalla prima infanzia alla pittura, se non altro in quanto suo padre, Josè Ruiz y Blasco, era un apprezzato pittore e docente.
Rifedendosi alla sua infanzia, Picasso ha lasciato una dichiarazione che ancora è riportata nei contenuti storici e che il prof. Cresti ha proiettato sullo schermo del cineteatro Cecchetti, ove i Martedì hanno luogo, nella quale è detto: “a quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”.
Così è stato nel suo enorme apporto nel “simbolismo surrealista” che è andato avanti per anni, anche con la collaborazione di pittori dell’epoca, praticamente partendo dal suo primo dipinto “La Scienza e la Carità” realizzato quando aveva raggiunto i sedici anni di età, poi la suggestiva immagine di “Un donna morente”.
Un’attività intensa in tanti luoghi della sua Spagna, Francia e anche in Italia con soggiorni a Pompei, Napoli, Roma con partecipazione a mostre e incontri con i colleghi dell’epoca. Una notorietà che andrà avanti per sempre per la testimonianza di quelli che sono stati i periodi pittorici che si riferiscono al cubismo, al surrealismo, ai periodi blu-rosa, dei quali esistono centinaia di testimonianze in tanti musei del mondo.
A parte questo, la sua è stata un’esistenza amorosa piuttosto vivace e difficile da sintetizzare, se non accennando alle sue due mogli: la prima Olga Chochlova per 37 anni dal 1918, la seconda Jacqueline Roque, per dodici anni dal 1961, quattro figli: Paloma, Claude, Paulo, Maya.
Una curiosità alla quale il relatore, prof. Cresti ha fatto riferimento riguarda il cognome Picasso che è quello della madre Maria e non quello del padre Blasco, che non amava i suoi quadri.
Ultimi riferimenti inseriti nello schermo dal prof. Cresti, una frase di Picasso nella quale si dice: “in fondo tutto dipende da noi stessi. È un sole nel ventre dai mille raggi” e fra le foto dei dipinti proiettati abbiamo scelto: “Les demoiselles d’Avignon”, testimonianza per sempre del cubismo. (v.d.s.)