“SCUSATE MA NON RESISTO”

“Scusate non resisto”. Inizia così un post oggi pubblicato da una commerciante, titolare di un negozio in Corso Umberto. Spiffera sui social i gusti di un cliente, un prete dice, e lo espone alla gogna perché reo di acquistare da lei biancheria intima dai colori sgargianti e fantasie floreali, in seta ovviamente. Il post è intriso di particolari, commenti ammiccanti, giudizi morali. Vero che la rete è diventata il contenitore di ogni nostro pensiero, sensazione, emozione. Ma mettere in piazza ciò che attiene alla riservatezza del proprio lavoro, non l’avevamo ancora vista. Il punto è la professionalità e il rispetto che il commerciante offre al cliente, prete o chicchessia. Già che si è in tema, non si chiede mica il segreto del confessionale, ma quel minimo di senso della privacy a cui tutti hanno diritto e che dovrebbe essere Bibbia per i commercianti e invece alcuni hanno messo i loro like a questo post. Oggi è toccato al prete (ammesso che lo sia davvero), domani chissà. Perché se il rischio è di essere messi alla berlina per le mutande che acquistiamo, poi la categoria dei commercianti non si lamenti se sempre più persone fanno acquisti on line. Arriva il fattorino, ti consegna il pacco sigillato e insieme ad esso la certezza che non diventerai mai pane da chiacchiericcio social. E questo, davvero, non ha prezzo.

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