Molti di noi seppure non avranno avuto la possibilità di compiere un’escursione turistica in Grecia e sostare ad Atene dinanzi al Partenone, avranno sicuramente avuto la possibilità di vedere la sua immagine nelle pubblicazioni e in tv e quindi ammirare direttamente quello che rappresenta il simbolo della Grecia e di Atene in particolare.
A parte, dunque, il valore archeologico di quello che è considerato uno dei più importanti monumenti storici del mondo, non molti di noi erano a conoscenza della sua storia, per cui la lectio del prof. Yuri Alessandro Marano, collaboratore con la cattedra di Archeologia Medioevale dell’Università Ca’ Foscati di Venezia, in occasione dell’appuntamento dei “Martedì dell’Arte” di ieri, è valsa per ripercorrere gli episodi che riguardano quell’insieme roccioso dell’acropoli ateniese le cui tracce di esistenza risalgono al periodo neolitico.
La costruzione del Partenone, con colonne possenti e pareti di marmo pentelico (bianco e a grana fine), ebbe inizio nel 400 a.C. dedicato alla dea Athena Parthenus di Fidia, poi un incendio catastrofico, che avvenne nel terzo o quarto secondo d.C, per cause che non si conoscono, strutturalmente lo ridimensionò.
Verso la fine del quinto secolo d.C. il Partenone cessò di rappresentare una struttura pagana in quanto convertito in chiesa cristiana e dedicata a “Nostra Signora di Atene”, dandole così modo di garantirne la sua sopravvivenza. In seguito, con l’invasione della Grecia nel XVII secolo da parte dei Turchi, il Partenone venne trasformato in Moschea, poi nel 1687 fu quasi devastato dalle bombe delle navi della Repubblica di Venezia, in lotta contro l’impero ottomano.
Sta di fatto che di quella grandiosa struttura del Partenone si può ora intravvedere in quei mastodontici ruderi come si è visto nelle foto proiettate nello schermo del cineteatro Cecchi dal prof. Marano, i cui frammenti sono finiti nei musei del Louvre e di Londra e che la Grecia ora rivuole. È giusto che sia così, in quanto testimonianze del genere non si possono dimenticare.
In definitiva una lezione con i fiocchi e un’occasione per la presidente Anna Donati per formulare ai soliti tanti presenti gli auguri natalizi.