Dal 19 febbraio al 14 maggio nella sede del N.A.C. Nino Arte Contemporanea, in via Roma di Macerata, si svolgerà la collettiva “Il dopoguerra Brera”, a cura del critico d’arte e collezionista Daniele Taddei e la testimonianza di Giancarlo Minen. Di seguito la presentazione della rassegna.
Milano nell’immediato dopoguerra è stata l’approdo di tanti Artisti, una scelta determinata dall’attrazione e dal fascino discreto che questa città infonde. L’accoglienza di uomini e donne è proverbiale; subito si diventa cittadini e come tali si appartiene alla vita, alla storia, alla cultura di questa città, entità diverse per estrazioni e provenienze, che messe assieme hanno contribuito alla ricostruzione e crescita di Milano, aperta sempre a chi ha il desiderio di manifestare “arte”.
In questo contesto favorevole, animati dal desiderio di ripartire dalle macerie della Guerra, non solo materiali, giovani Artisti determinati di poter esprimere i propri stati d’animo, le “turbolenze” interiori, avevano scelto il quartiere di Brera a pochi passi dal Duomo, sede della prestigiosa pinacoteca e dalla riconosciuta Accademia di Belle Arti.
Per essere più incisivi nell’esternare quelle pulsioni, ci si ritrovava Giuseppe Banchieri, Gianfranco Ferroni e lo scultore Floriano Bodini. Altri si avvicinarono alle ricerche del Movimento come Giorgio Bellandi, Adolfo Romagnoni, Sandro Luporini, Giancarlo Cazzaniga. Franco Francese e gli scultori Nanni Valentini, Giuseppe Spagnulo, Paolo Schiavocampo, con percorsi individuali non esitavano il confronto con gli esponenti del “Realismo Esistenziale”, contribuendo a loro volta con le proprie conoscenze ed esperienze.
Ci avviamo alla fine degli anni ’50, precisamente nel 1957, Piero Giuseppe Banchieri, Gianfranco Ferroni e lo scultore Floriano Giuseppe Banchieri, Gianfranco Ferroni e lo scultore Floriano Bodini.
Altri si avvicinarono alle ricerche del Movimento come Giorgio Bellandi, Adolfo Romagnoni, Sandro Luporini, Giancarlo Cazzaniga. Franco Francese e gli scultori Nanni Valentini, Giuseppe Spagnulo, Paolo Schiavocampo, con percorsi individuali non esitavano il confronto con gli esponenti del “Realismo Esistenziale”, contribuendo a loro volta con le proprie conoscenze ed esperienze.
Ci avviamo alla fine degli anni ’50, precisamente nel 1957, Piero Manzoni, Ettore Sordini e Angelo Verga diedero vita ad un movimento denominato “Per una Pittura Organica” che assieme agli esponenti del “Movimento Nucleare” Guido Biasi e Mario Colucci, iniziarono un percorso espositivo che suscitò grande interesse nel magico mondo di Brera, oramai vero fulcro di tutte le iniziative artistiche e culturali della città di Milano. In questo contesto, con linguaggi personali, si muovevano personaggi di spicco della scena artistica milanese come Enrico Castellani e Agostino Bonalumi.
Termina qui la mia introduzione a questo evento, una mostra che vuol ricordare gli Artisti assidui frequentatori di Brera e dei suoi locali, sempre aperti ad accogliere ed ospitare questi giovani desiderosi di una ripartenza, di rendere omaggio a quella città che li ha accolti e ospitati con rispetto e dignità, città che da lì in avanti diventerà sempre più il centro dell’Arte Contemporanea Italiana. Daniele Taddei
Non una semplice esposizione di opere, ovvero una semplice mostra, è uno spaccato storico dell’arte italiana del Dopoguerra, con riferimento Milano ed il Quartiere di Brera. La città meneghina ha vissuto più di ogni altra il fermento della rinascita e ripartenza dopo il Secondo Conflitto Mondiale, un insieme di Artisti riuniti in Movimenti, Gruppi e Sodalizi, si incontravano, si frequentavano negli studi assieme ad altri, un vero fermento culturale ed artistico. Anche Roma ha avuto un preciso punto di riferimento con ricerche astratte e concettuali, lo stesso dicasi di Napoli e Firenze.