MACERATA – Ottavio Crivaro è stato l’ospite dell’incontro “Si può fare: la storia di Moxoff”, organizzato al MATT di Macerata dall’incubatore “The Way”, in collaborazione con la Compagnia delle Opere Marche Sud, la Camera di Commercio delle Marche, il Comune di Macerata e InnoThink Srl, moderato dal Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud, Emanuele Frontoni.
Ottavio Crivaro, oggi advisor di diverse startup, è stato fondatore e CEO di Moxoff SpA, uno spin-off del Politecnico di Milano ceduto ad un grande gruppo italiano.
“Moxoff – racconta il dottor Crivaro – è l’abbreviazione di un laboratorio di ricerca, il Mox e di fatto è nata come uno dei primi spin-off del Politecnico di Milano. Nel 2008 l’ecosistema startup era allo stato embrionale, affatto simile a quello attuale, dunque gli spin-off dal mondo accademico italiano erano pochissimi. Soprattutto, nemmeno al Politecnico di Milano riuscivano a comprendere appieno come si potesse creare uno spin-off basato non su un prodotto, ma su modelli di ricerca matematica dei ricercatori di quel laboratorio, il Mox”.
Ottavio Crivaro riuscì a tradurre il linguaggio accademico in linguaggio adatto al mercato, “il primo modello, generato sull’emodinamica, lo adattammo per un’azienda che, oggi, crea macchine con le quali si realizza package che utilizza in esclusiva un materiale che da quel modello nasce”.
In seguito, “Moxoff divenne un’impresa che reinvestiva gli utili al suo interno e che creava idea le quali, a loro volta, generassero startup. Idea, investimento, risposta positiva del mercato e conferimento ad una nuova startup, con l’obiettivo dichiarato di cercare soci finanziatori: questa sequenza faceva di noi un piccolo incubatore. Ho imparato, in quegli anni, che le idee hanno bisogno di persone, alcune idee sono fallite perché chi le ha poi gestite non ha saputo sognare”.
A chi vuole creare una start-up, l’ex CEO di Moxoff, ora acquisita e in maggioranza di Zucchetti, suggerisce di ragionare “prima di creare un’impresa. Per me, fare impresa significa creare prodotti e cercare che siano i migliori, creare lavoro. Il progetto nasce dal mercato o dal mondo della ricerca, questa è la discriminante. Nel primo caso, la metà dei primi investimenti la dedicherei all’acquisizione di persone con competenze tecniche per sviluppare un prodotto di qualità. Viceversa, servono persone che conoscano il mercato. Poi, in entrambi i casi, servono competenze complementari. Il confronto è necessario per sviluppare un approccio critico”.
“L’incontro con Ottavio Crivaro – ha detto il Presidente Emanuele Frontoni – è un’ottima occasione per conoscere una delle esperienze più significative, a livello nazionale, di startup creata e cresciuta attorno al Politecnico di Milano. Ottavio Crivaro è una persona che abbiamo avuto modo di apprezzare, in questi mesi, anche per la sua grande capacità di continuare a supportare altre realtà nel mondo delle startup. È stato l’attore della storia di Moxoff, che è una delle principali esperienze italiane nell’ambito di trasferimenti tecnologici al mondo dell’università, al mondo delle imprese. L’incontro rientra nell’ambito di una serie di azioni che abbiamo messo in campo per supportare le startup del territorio, azioni che guardano anche con interesse a tutte quelle startup che sono state finanziate dal Next Appennino”.
“L’incontro odierno dimostra – ha aggiunto Valerio Placidi, Responsabile Cdo Marche Sud per lo Sviluppo delle Start Up –
che fare una startup è un percorso, non basta avere un’idea, per lo meno va scelto il momento migliore per andare sul mercato e questo significa studiare il mercato, la concorrenza. Testimonianza come quelle di Ottavio spiegano non solo che si può avere successo ma che la strada è comunque piena di ostacoli e che prima dell’happy ending, per molti una exit, ci sarà sempre una serie di difficoltà ed insuccessi che renderanno più valore al lavoro”.