La lectio del prof. Mauro Perugini nell’incontro di martedì scorso sulla Follia, è iniziata con la proiezione sullo schermo del cineteatro Cecchetti, di una massima di Rubens (1577-1640) nella quale era detto: “Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit” ovvero “Nessun grande ingegno fu mai senza una mistura di follia”. Quasi una sorpresa per tutti i partecipanti, ma che il prof. Perugini ha ampiamente illustrato con riferimenti di dotti personaggi come Michel Foucalt (1926-19849 che nel suo libro “Storia della follia”, fa un chiaro riferimento alla funzione storica e culturale della follia e a Pascal (1623-1642) che ebbe anche a dire che “è necessario essere folli”.
Non a caso che nell’antica Roma, il carnevale rappresentava la “festa dei folli”, per cui esisteva un certa rivalità fra Carnevale e Quaresima.
Cenni sorprendenti come la triste esistenza di vita di Santa Caterina da Siena (1347-1380) soffriva di un grave disturbo mentale ed era profondamente devota a San Francesco che era vissuto un secolo prima.
Follia a cui hanno fatto riferimento tanti grandi personaggi del passato come Michelangelo (1475- 1564) che ha anche approfondito l’interpretazione dei sogni, e Dante (1265-1564) che usa l’aggettivo folle per la prima volta nel II canto dell’Inferno, ripetendolo ancora nel Purgatorio e nel Paradiso. Follia che è per l’Alighieri la temerarietà dell’agire umano, la caduta nel peccato di superbia intellettuale.
Nell foto Rubens.