“Riconquistiamo la memoria di questa terribile tragedia che lo Stato, con un ritardo di circa 60 anni, nel 2004, ha riconosciuto istituendo la Giornata del ricordo. Una giornata con la quale si restituisce piena dignità alla vita di migliaia di italiani torturati e poi gettati, alcuni ancora vivi, nelle Foibe e a coloro che durante l’esodo istriano, fiumano, giuliano e dalmata furono costretti a lasciare la propria terra”. Così il Presidente del Consiglio Comunale, Fausto Troiani, ha aperto il consiglio comunale all’Auditorium dei Licei “Leonardo da Vinci” insieme agli studenti di vari istituti.
Presenti il vice sindaco Claudio Morresi, l’assessore ai servizi socio-educativi, Barbara Capponi, Emanuele Piloni, nipote di esuli e Coordinatore regionale Unione degli Istriani, il Segretario Comunale Benedetto Perrone, consiglieri comunali, autorità civili e militari.
“Oggi siamo qui, tutti insieme, a riflettere su una delle pagine più drammatiche della storia italiana che colpì tanti italiani – ha detto il vice sindaco Claudio Morresi – Fino a quando prevarranno i principi del rispetto, della ragione, del dialogo, allora anche il sacrificio delle vittime delle foibe e dei tanti esuli assumerà un valore e un significato non solo di ricordo ma di insegnamento e di costruzione di un futuro migliore e di pace per tutti”.
L’assessore Barbara Capponi si è soffermata sui concetti della “consapevolezza” e della “scelta”, coinvolgendo i ragazzi anche in ragionamenti che toccherebbero la loro vita in caso di attualità. ” Ho avuto modo di confrontarmi con voi studenti sul tema della libertà di scelta e di coraggio – ha detto -. Ci vuole più coraggio a rischiare di farsi sparare o fare minacciare la propria famiglia piuttosto che sparare a un altro uomo, o bambino, per eseguire un ordine. In ogni tempo e luogo la storia ci mette davanti a delle decisioni, ma anche voi, nella vostra quotidianità, siete o potreste essere chiamati a questo. Sappiate che si può sempre scegliere il giusto, anche quando è difficile”.
Toccante l’excursus storico di Emanuele Piloni, nipote di esuli, Coordinatore regionale Unione degli Istriani che attraverso storie vere ha ripercorso quello che fu il dramma delle Foibe. “Il 10 febbraio è il riconoscimento tardivo di una tragedia sulla quale per decenni è scesa volutamente una cappa di silenzio – ha detto davanti ad una platea attento e colpita dalle sue parole – Questa ricorrenza deve essere un punto di partenza per far conoscere e tramandare questa drammatica pagina della storia italiana. Una pagina che, ancora oggi, molti non vogliono che venga raccontata”. Piloni ha citato anche la storia della nonna: “Mia nonna Antonietta era nata e cresciuta a Pisino, cittadina nel cuore dell’Istria. Visse in prima persona quel drammatico settembre 1943, con i primi infoibamenti, e i terribili 40 giorni di occupazione di Trieste da parte dei partigiani comunisti jugoslavi nel maggio 1945. Per i suoi sentimenti italiani venne incarcerata. Riuscì fortunatamente a salvarsi”.
Bellissimi gli elaborati ed i video documentari realizzati dagli alunni dei vari istituti scolastici, a partire dal manifesto scelto, realizzato dalla studentessa Aurora Brandizi dell’Istituto grafico Bonifazi. “Ricordare questo evento con la progettazione del manifesto – ha detto – mi ha consentito di riflettere su quanto le ingiustizie, gli egoismi e le prevaricazioni non sono soltanto storie passate, ma purtroppo sono realtà che ancora oggi si verificano ovunque”.