Sono ormai dieci anni che la prestigiosa serie dei Martedì dell’Arte organizza la cerimonia del premio: “Città Cultura e Solidarietà”, ideato dalla presidente dell’associazione Arte, Anna Donati, e come è stato condiviso dai partecipanti agli incontri del martedì, la scelta quest’anno è ricaduta su tre dottori: Massimo Mobili, Giancarlo Piccinini e Mimmo Sicolo.
La cerimonia di premiazione è avvenuta ieri pomeriggio, presenti il sindaco, Fabrizio Ciarapica, e le presidenti delle associazioni culturali della città, Maria Luce Centioni e Michela Gattafoni.
Nell’introduzione della cerimonia, Anna Donati ha evidenziato che i premiati “sono tre medici – ha detto -stimati dalla comunità che dal 2004 hanno intrapreso una vasta azione di sostegno sanitario in Africa con il progetto “Pro African Hopitals” Onlus”. La Donati ha altresì sottolineato “che gran parte delle loro ferie, le hanno trascorse in sala operatoria di un ospedale in Uganda, per cui il premio viene attributo a tre grandi esempi di professionalità, umanità e generosità”.
Dopo aver elogiato l’attività che I Martedì dell’Arte portano vanti da diciassette anni, il sindaco Ciarapica ha sostenuto che gli incontri rappresentano un orgoglio per la città, mentre la sig.ra Gattafoni si è soffermata sull’attività del “volontariato”, alla quale i tre medici si ispirano, e che deve essere tenuta in massima considerazione e in costante crescita.
Per il riconoscimento ricevuto, il dr. Sicolo ha ritenuto di puntualizzare che si tratta di un impegno che va avanti da vent’anni per merito del compianto sacerdote don Lino Ramini, “perciò si può ben dire – ha ammesso dopo aver riferito alcuni momenti di intervento – che si tratta di un miracolo che si è avverato”, mentre il dr Mobili ha ammesso che nella loro attività portata avanti in Africa “è più quello che si riceve – ha detto con un velo di commozione – da quello che si dà”.
L’incontro è poi proseguito con la lectio svolta dal prof. Roberto Cresti riguardante Francis Bacon (Dublino 1909 – Madrid 1992), noto per le immagini crude e inquietanti, che il relatore ha definito “uno dei più grandi pittori del novecento”, che ha lasciato scritta la frase: “sono diventato pittore per essere amato”.
Una vita difficile quella di Bacon per via dei contrasti che ci sono stati anche nella sua famiglia, tanto che il padre lo cacciò di casa, le difficoltà incontrate nelle sue permanenze a Londa, Parigi, Berlino, la sua attenzione nei riguardi dei pittori del passato.
“Un artista – ha sottolieato il prof. Cresti, nel proporre una intensa serie di immagini pittoriche di dipinti di Bacon e di artisti ai quali ha fatto riferimento – che si è trovato a vivere nel caos, esprimendo le sue inquietudini con colori che sono ferite”.
In Italia testimonianze di Bacon si trovano nelle Collezioni Maramotti di Reggio Emilia e Peggy Guggenheim di Venezia, città nella quale, nel 1954, partecipò alla Biennale e fu una partecipazione importante.
Nella foto (da sinistra): Donati, Gattafoni, Cntioni, Ciarapica, Sicolo, Mobili.