Un po’ tutti abbiamo sentito parlare della figura di Costantino, l’imperatore romano, ma il prof. Mauro Perugini, nell’incontro di ieri dei Martedì dell’Arte, ci ha consentito di apprendere, nell’attento silenzio del cineteatro Cecchetti dove i Martedì dell’Arte hanno luogo, particolarità e immagini che non si conoscono.
Titolo della lectio: “Costantino, la Croce, le stelle e Piero della Francesca” e accolti dalla grandiosa immagine sullo schermo dell’Abbazia di Massenzio, che il prof. Perugini ha definito “la più grande basilica del centro monumentale di Roma antica, l’ultima in ordine di tempo”, tutto l’interesse è stato rivolto alla statua di Costantino, alta quasi tre metri, e soprattutto alla sua testa, con “quegli occhi che guardano il cielo”, come si vede nell’immagine, e alle monete usate, anche d’oro, nel grande impero di Roma che lui ha fatto coniare.
Ma i più presenti non sapevano che Costantino è una delle figure più importanti dell’Impero Romano della fine degli anni 200 inizio anni 300 (Costantino è nato il 274 ed è morto Il 337) che permise e favorì la diffusione del cristianesimo e sostenne l’importanza della Croce che vide nelle stelle e che sognò, particolare del sonno che Dante descrive nel canto XXVI “…ma se presso al mattin del ver si sogna…”.
Si è anche appreso che il Sogno di Costantino è un affresco di Piero della Francesca, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466.
Naturalmente non è possibile riportare i tanti contenuti della bella lezione del prof. Perugini, nella quale è emerso il concetto che la storia di oggi nasce da Costantino che sul punto della morte fu battezzato.
Conclusione dell’incontro con un concetto di Lucrezio che sostenne “anche se ignoro come il mondo ebbe origine”, che Leopardi sostenne nel dire “E quando miro in ciel arder le stelle”, parole apparse a grandi lettere nello schermo del Cecchetti al momento del commiato finale. (v.d.s.)