A “DI MARTEDÌ” CORRADO AUGIAS DEMOLISCE IL GOVERNO MELONI

Ieri sera, a “di Martedì”, un monumentale Corrado Augias ha fatto a pezzi, uno dopo l’altro, i vari esponenti del Governo.

Prima ha commentato il comizio aggressivo di Giorgia Meloni in Umbria: “È un delirio. Può un Presidente del Consiglio, anche se in campagna elettorale, esprimersi così? Sono passati due anni e non ha mai fatto un discorso rivolgendosi a tutti gli italiani, come prevederebbe il suo dovere. La sua tattica è dividere il Paese in due, ma non è degno di un capo di Governo”.

Poi ha demolito, ancora, la Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, che hanno consentito ai fascisti di marciare a due passi dalla stazione di Bologna: “Una provocazione voluta. Voluta da chi lì è andato a manifestare e, ed è un’ipotesi, da chi li ha lasciati andare. Non sarebbe la prima volta che si manda un gruppo di persone provocatorie per suscitare una reazione e poi sfruttare la reazione per condannarla”.

Dopo è passato al ministro Nordio, che ha evocato nientemeno che il pericolo terrorismo: “Si tratta di un uomo che ha qualche problema in certi momenti della giornata (quando alza il gomito). Un ministro della Giustizia, in un Paese come il nostro che ha passato dieci anni in cui il terrorismo era una realtà quotidiana, prima di usare questa parola tremenda dovrebbe pensarci molte volte”.

In seguito, è stato il turno del sottosegretario Delmastro, protagonista di frasi allucinanti sui detenuti da non lasciar respirare: “È una figura che, sin dal primo giorno, si è caratterizzato solo per uscite deplorevoli. Ricordate qualcosa per cui si sia segnalato in positivo in due anni?”.

Infine, Valditara e le orribili dichiarazioni razziste sui migranti e i femminicidi: “Lui e la destra sfruttano la sensazione generale. Perché quando c’è un immigrato che aggredisce, la cosa viene sottolineata con una certa energia e vistosità da diversi giornali, che così danno a quel fatto una rilevanza maggiore rispetto ad altri reati ben più gravi compiuti da un italiano”.
Marinella Corallini

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