In un momento di difficoltà economica, in cui lo Stato italiano è alla ricerca di risorse, si accende il dibattito sul ruolo delle banche e sugli straordinari extra profitti conseguiti negli ultimi anni. Questo termine si riferisce ai guadagni eccezionali ottenuti dagli istituti bancari, principalmente grazie all’aumento dei tassi di interesse operato dalla Banca Centrale Europea.
Le banche, in sostanza, hanno beneficiato di margini molto elevati vendendo il denaro a tassi altissimi (concedendo prestiti e mutui) e pagando interessi bassissimi — laddove venivano pagati — o nulli, come avviene nella maggior parte dei casi, ai clienti sui loro conti correnti. Questo squilibrio ha generato profitti straordinari, stimati in circa 45 miliardi di euro. Avete letto bene: 45 miliardi di euro.
Inizialmente, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato la volontà di tassare questi extra profitti. Tuttavia, dopo l’insurrezione delle banche e dei poteri economici, la proposta si è ridotta a un semplice contributo una tantum, che è stato sbandierato come un grande atto di coraggio. Alla fine, però, le banche non hanno tirato fuori un solo euro: hanno semplicemente anticipato 4 miliardi di euro che avrebbero dovuto versare allo Stato nel 2025 e nel 2026.
In altre parole, non hanno contribuito con nulla degli extra profitti, i 45 miliardi di euro lucrati sulle spalle di aziende, imprese e cittadini. Meloni, Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia si sono piegati ai poteri economici, dimostrando ancora una volta che gli annunci del governo non trovano riscontro nella realtà.
E non è finita qui: le multinazionali dell’energia, o i fabbricanti di armi che hanno anch’essi realizzato extraprofitti mostruosi — decine e decine di miliardi di euro, sempre sulle spalle di persone e aziende — non hanno pagato nulla. Non 1 euro, neppure l’1%.
E per non parlare degli extraprofitti realizzati con la cessione dei crediti del super bonus 110 molte volte a condizioni di un “moderno strozzinaggio” .
Questi episodi rappresentano una delle pagine più vergognose della recente politica economica italiana e rivelano i veri interessi che stanno dietro alla destra e al governo Meloni.
Di Giulio Silenzi