È il tema dell’esilio, declinato in tutte le sue sfaccettature, il filo conduttore dei racconti scritti dall’algerino Karim Metref, che ha aperto martedì 8 novembre l’iniziativa “Concerto per libri e altri strumenti”, tutta incentrata sul Mediterraneo, in un teatro Cecchetti quasi imbarazzante tanto era vuoto. I racconti si muovono dall’esperienza personale, sono in gran parte autobiografici. Dal nonno ha ereditato l’etichetta del diverso, il nonno che pensava liberamente e si scontrava senza paura con i colonizzatori francesi. Probabilmente oggi avrebbe desiderato averlo lì, per soffocare quel sentimento di estraneità che sicuramente avrà provato nel vedersi davanti un pubblico così scarso, seppur partecipe e attento.
Forse la difficoltà della giornata infrasettimanale e dell’orario avranno contribuito alla mancata partecipazione, ancor di più una promozione, che a detto degli organizzatori era a carico dell’amministrazione comunale, avvenuta solo attraverso qualche articolo sulla stampa locale e non supportata da manifesti e programmi, arrivati il primo giorno dell’iniziativa. Una mancata attenzione, una noncuranza e un ritardo che si aggiungono ad un senso di accoglienza praticamente nullo, considerando che nessuno dell’amministrazione e della Biblioteca, che pure hanno sostenuto la manifestazione, ad esclusione della Presidente della Pinacoteca, ha preso parte né alla presentazione del pomeriggio, né alla lectio magistralis della mattina tenuta da Khaled Fouad Allam, noto sociologo, giornalista, uno dei maggiori studiosi delle relazioni tra occidente e oriente. Lo stesso Allam si è stupito e fortemente indignato per questa indifferenza, mai gli era successo in giro per il mondo ha dichiarato e avrebbe preferito che la manifestazione si fosse annullata. Sicuramente non potranno dire lasciando Civitanova di esserne rimasti “incantati” e certo non si chiederanno “dove eravate prima?”, perché non ne hanno nessun interesse. In realtà i pochi fortunati hanno potuto apprezzare un incontro piacevolissimo che si è sviluppato in una alternanza tra la musica di Ziad Trabelsi, che suona uno strumento arabo a corde chiamato Oud, accompagnato da Eszter Nagypal al violoncello, entrambi componenti dell’orchestra di Piazza Vittorio, e le parole dell’autore che ha raccontato la genesi e le tematiche affrontate nel suo libro “Tagliato per l’esilio”. Karim Metref è originario della Cabilia, una regione montuosa dell’Algeria, terra che ha lasciato, non per fuggire, come dichiara, ma per acquisire più libertà, per vedere altro, per confrontarsi con altro. Il suo è stato un esilio volontario, non una ricerca del Paradiso come solitamente avviene per i migranti, che partono con una illusione, con una idea falsata della realtà dove vorrebbero approdare. “Sono nato in esilio” inizia proprio così uno dei suoi racconti.
Chi pensa diversamente dagli altri è in esilio, chi non si sente nato nel posto giusto è in esilio.Karim ora vive a Torino e scrive nella lingua della terra che lo ospita, forse per sentirsi meno in esilio, come quando si avvolge, per sentirsi protetto, per sentire il calore dei suoi cari, nel “burnus”, una sorta di mantello con un cappuccio dal forte valore simbolico, solitamente di lana grezza, tessuto per lui da sua madre. Questo il link del suo blog: http://karim-metref.over-blog.org/
Gli amministratori hanno la chance di rimediare, così come gli interessati perché la manifestazione, il cui progetto è curato dall’Associazione Culturale Operamed, prosegue nei prossimi giorni con il seguente programma:
9 novembre ore 18,00
Sarah Zuhra Lukanic, Croazia
Intervento musicale: Marco Ferrari, Italia
10 novembre ore 18,00
Kamela Guza, Albania
Intervento musicale: Vangelis Merkouris, Grecia
11 Novembre ore 18,00
Helene Paraskevà, Grecia
Intervento musicale: Alberto Rodriguez, Spagna
12 Novembre ore 18,00
Elvira Mujcic, Bosnia Erzegovina
Intervento musicale: Jamal Ouassini, Marocco