Una città a misura di bambino, questa deve essere Civitanova. Nel programma del partito democratico civitanovese, il minore gioca senz’altro un ruolo da protagonista. Ieri, nella sala riunioni del circolo Pd, in via Mameli, c’è stato l’incontro tra la cittadinanza e lo psicoterapeuta Vincenzo Luciani. ” Parto da una considerazione – ha detto il segretario del PD civitanovese, Giulio Silenzi – è bassa la qualità della vita a Civitanova, una città che pure è tra le più ricche della regione. Per questo dobbiamo pensare a cambiare la città, partendo dai bisogni dei bambini, dai loro diritti. Per questo stiamo elaborando un programma”. Il PD vuole dare il suo contributo, vuole una città più sicura per le famiglie. Si punta sulla coesione sociale, ha continuato Silenzi, che accanto ai temi tradizionali, urbanistica, sanità, ambiente, vuole indagare un percorso che coinvolga la persona prima di tutto. Per questo era presente ieri, nella sede del PD, lo psicoterapeuta Vincenzo Luciani. Per riuscire ad inquadrare i problemi di Civitanova e poter individuare le proposte da fare, evidenziando le criticità ed i punti di forza, quartiere per quartiere. Le idee di fondo da cui parte il partito democratico civitanovese sono quelle del riconoscimento del bambino, come soggetto portatore di diritti. Si parte dunque dal riconoscere i loro bisogni (autonomia, socializzazione , movimento, sicurezza, apprendimento). Indispensabile, per il partito democratico civitanovese, consolidare alleanze tra genitori, operatori, educatori, cittadini ed amministratori, per fare di Civitanova, una città vivibile, a cominciare dai bambini. Lo specialista, che da 30 anni svolge la professione presso un consultorio familiare, dice che la coppia è cambiata. Questa la domanda di partenza, nell’incontro di ieri. Il primo di tanti altri che seguiranno. Interrogativo che ha fatto esplodere il dibattito. “Perché non si pensa a quello che manca? – ha detto Anna, una signora che risiede a palmeto blu, sul lungomare sud – da noi, il giardino è al livello della strada e lì non c’è né una fontanella né un bagno per i bambini”. Alessandra Appignanesi lavora in un nido per l’infanzia “Ci sono 3 asili ma manca un coordinatore pedagogico” dice. Chiara, mamma di 4 bimbi dai 5 ai 13 anni, racconta che negli ultimi anni, a Fontespina, è stato tutto un susseguirsi di direttori. Giuseppina dice che è bene fare qualcosa per le scuole materne. Le iniziative dunque non mancano. Carina, una mamma, racconta del “mercoledì della frutta” dove tutti i bambini, in classe, anziché la solita merendina, di mercoledì possono mangiare una mela. Ciascuno ha la sua idea, la sua proposta da lanciare. “Perché non sfruttiamo il porto, con percorsi guidati nei pescherecci di Civitanova?” propone Francesco Micucci. “Potremmo sfruttare di più la biblioteca – dice Sonia Pirro”. Non mancano le energie da mettere in campo. Intanto è bene chiedersi, secondo lo psicoterapeuta Vincenzo Luciani se esistono ancora le città. “Esistono le reti di individui che dialogano tra di loro? – si chiede lo specialista – una buona amministrazione dovrebbe avere un gruppo di tecnici, fortemente preparati, in grado di governare i fenomeni dell’infanzia”. La sfida è nella capacità dei grandi. “Rimane sullo sfondo la domanda – dice Silenzi – che società abbiamo creato?”