TERREMOTO E METANO: SOLO UNA COINCIDENZA?

terremotoDa Antonio Pantò riceviamo e pubblichiamo:

“E’ una coincidenza che nei comuni colpiti dal sisma era, ed è, in corso l’iniezione in pressione di gas metano nel sottosuolo a km di profondità a scopo di stoccaggio, oltre ad una intensa campagna di prospezioni geologiche profonde, preliminari alla realizzazione dell’unico impianto italiano di stoccaggio in acquifero profondo – a 2.5 km sotto il livello del mare – di 6 miliardi di metri cubi di metano che sorgerà nel comune di Rivara.
E’ una coincidenza che i media non ne parlino.
E’ una coincidenza che la stessa società paghi consulenze all’ INGV.
E’ una coincidenza che nel 2006 gli stessi comuni che oggi piangono i morti avevano manifestato forti perplessità sulle ripercussioni sismiche dell’impianto (vedi allegato).
E’ una coincidenza che 10 tecnici su 11 hanno dato parere negativo.
E’ una coincidenza che il governo si accorga (e ne vorrebbe bloccare l’iter) solo adesso del progetto

http://www.greenstyle.it/terremoto-in-emilia-clini-frena-su-stoccaggio-gas-a-rivara-9643.html, nulla dicendo sui depositi già attivi di metano iniettati a pressione nè sulle prospezioni geologiche in corso.

E’ una coincidenza è il fondato sospetto che le attività di iniezione a pressione di gas a profondità di faglia possano scatenare scosse telluriche, come conferma lo studio pubblicato 3 giorni fa dal Prof. Ortolani, Ordinario di Geologia, dell’Università di Napoli:

Impatto delle attività di estrazione e ripompaggio di idrocarburi nelle zone con tettonica attiva.

Come si vede nella figura 5 nelle aree interessate da faglie attive nel sottosuolo esistono numerosi pozzi profondi finora eseguiti per ricerca di idrocarburi. Come è noto sono in corso alcuni interventi di riimmissione di metano nelle rocce serbatoio di giacimenti ormai esauriti. Tali interventi sono attuati in varie parti del mondo; talvolta sono vietati in quanto l’iniezione di fluidi in pressione nel sottosuolo, come testimonia una ricca bibliografia scientifica internazionale, a luoghi può innescare un’ attività sismica di non elevata magnitudo. Non si intende mettere in relazione le iniezioni di fluidi nel sottosuolo o comunque l’estrazione di idrocarburi con l’attività sismica di elevata magnitudo di chiara origine tettonica.
Crediamo che debba essere adeguatamente approfondito l’argomento, almeno, laddove sono in corso attività estrattive e di probabile reiniezione di fluidi per favorire l’emungimento del petrolio, come nella Val d’Agri in Basilicata, in aree caratterizzate da faglie sismogenetiche in grado di originare eventi di elevata magnitudo come accaduto nel 1857.
Crediamo che vadano chiariti alcuni problemi, quali ad esempio, se l’estrazione di idrocarburi e la reiniezione di fluidi in pressione in aree con faglie sismogenetiche capaci di scatenare eventi di elevata magnitudo con conseguenti spostamenti verticali, orizzontali e rotazione di blocchi lapidei sia da vietare oppure, come accade attualmente, da lasciare completamente libere.
Si deve inoltre fare chiarezza sull’incidenza che possono avere le reiniezioni di fluidi in pressione nelle rocce serbatoio ad alcuni chilometri di profondità in corrispondenza di faglie attive: equivale al ruolo che può avere una mosca che si appoggi su un edificio pericolante oppure all’impatto che può derivare da un elicottero che atterri sullo stesso edificio pericolante?

Gruppo di studio coordinato da Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II, Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio,
Dott. Geologo Valerio Buonomo, c/o Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, UNINA, Ing. Gabriele Petroccelli, c/o Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, UNINA, Dott.ssa Silvana Pagliuca, CNR -ISAFOM, Ercolano.
27 maggio 2012

fonte: http://altocasertano.wordpress.com/2012/05/28/59981-cause-terremoto/#more-59981

Vi riporto pure la pagine delle faq del sito della società texana (presumibile responsabile o forse corresponsabile dello sfacelo), la ErgRivara: http://www.ergrivarastorage.it/domande.html

Perché una nuova Società?
Per sviluppare, costruire e gestire lo stoccaggio di gas naturale di Rivara. ERG Rivara Storage è posseduta al 15% da ERG Power & Gas e all’85% da Independent Gas Management. Alla nuova società è stata trasferita la titolarità dell’istanza per la realizzazione e la gestione dello stoccaggio gas di Rivara.

……..

Si parla di rischi sismici nella dorsale ferrarese, ma il deposito non aumenterà questi rischi?
Lo stoccaggio non cambierà la sismicità naturale della zona, così come è stato studiato dal CNR e dall’Università La Sapienza di Roma.
E’ stata fatta un’accurata ricerca sui terremoti nella zona dell’Emilia Romagna negli ultimi 2000 anni. La zona di Rivara ha una sismicità di livello 3, cioè bassa. Il centro dei terremoti è sempre stato ad una profondità tra i 15 e i 20 km sotto terra, profondità che non interessa il deposito di stoccaggio gas. (ed invece dai report dell’INGV (http://twitter.com/#!/INGVterremoti) si legge che le scosse hanno sempre avuto profondità variabile tra 1 km (strano no? terremoti molto, troppo superficiali) e 10 km sotto il livello del mare!!!! Il terremoto del 9 maggio 2007 così come quello di giugno, luglio e agosto 2008 hanno, infatti, paradossalmente dimostrato la sicurezza della tenuta del “coperchio” del serbatoio, in quanto non ha intaccato in alcun modo la tenuta del vicino giacimento di petrolio di Cavone di Carpi, che condivide con il deposito di Rivara sia la roccia serbatoio che la roccia di copertura.
Localmente i terremoti avvengono su un piano di slittamento sostanzialmente orizzontale, lungo il quale si verifica il raccorciamento crostale dovuto alla lenta convergenza tra la placca africana e la placca europea, un movimento in continuo rallentamento.
Per una maggiore sicurezza e per poter garantire una più precisa localizzazione, anche in profondità, di altri eventuali futuri sismi, la Società ha deciso di incaricare l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) di istallare una rete di stazioni sismometriche nella zona di interesse del progetto.

Gli 11 tecnici esperti, incaricati dalla Provincia di Modena di valutare il vostro progetto, lo hanno definito non idoneo, che ne pensate?
Il fatto che all’interno del gruppo degli 11 incaricati dalla Provincia di Modena di valutare il progetto di Rivara, vi sia stato in realtà un professore, tra l’altro l’unico esperto in geologia, che ha rilasciato parere favorevole, ci fa pensare alla bontà del nostro progetto.

Quali saranno i benefici per l’economia che qui è prevalentemente agricola? A quanto ammonterebbero le royalties?
La legge finanziaria 2008 dal 1º gennaio 2008, obbliga i soggetti titolari di concessioni per l’attività di stoccaggio del gas naturale in giacimenti o unità geologiche profonde a corrispondere alle regioni nelle quali hanno sede i relativi stabilimenti di stoccaggio, a titolo di contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio, un importo annuo pari all’1% del valore della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio di gas naturale. ERG Rivara Storage infatti pagherà una quota di circa 1 milione di euro all’anno, per i prossimi 40 anni, alla Regione Emilia Romagna che provvederà a suddividerli ai Comuni che ospiteranno il deposito. Gli importi verranno così suddivisi: il 60% sul totale a San Felice sul Panaro perché è il comune nel quale hanno sede gli stabilimenti, il restante 40% suddiviso tra i comuni di Mirandola, Finale Emilia, Crevalcore, Camposanto e Medolla, in misura proporzionale per il 50 per cento all’estensione del confine e per il 50 per cento alla popolazione.

Quali sono i veri rapporti tra INGV e IGM?
Tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la nostra società c’è un rapporto di normale e trasparente collaborazione scientifica. Del resto INGV è il migliore istituto di ricerca geologica al mondo, logico chiedere loro una consulenza. E chiunque pensi che INGV possa cambiare un rapporto di ricerca per far piacere a un cliente o a un ex dipendente è solo in mala fede. Soprattutto se la ricerca è controllata a livello internazionale. Nessuno mette a repentaglio la propria reputazione scientifica e quindi i finanziamenti per pochi soldi.

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