“Quanto dichiarato dalla Beta Spa nel comunicato stampa inviato alle principali testate giornalistiche è contraddetto dai fatti. La Società, infatti, afferma di voler cessare l’attività di fornitore di contenuti, ma al contempo dichiara che “Tvrs prosegue nella sua pluridecennale tradizione televisiva”. “Ciò induce a un paio di domande”, scrive il Comitato che aggiunge “come fa una Società che decide di non volersi più occupare di contenuti a rendersi garante degli stessi contenuti? E come fa, in questi giorni, ad assumere impegni di produzione televisiva, con tanto di calendarizzazione, avendo dichiarato di voler restare solo Operatore di Rete? La situazione ha dell’enigmatico. Nei mesi scorsi gli stessi dipendenti di fronte alla volontà dei maggiori azionisti dell’Emittente, Gaetano Issini e Gabriele Betti, di mettere in mobilità il personale erano intervenuti chiedendo proprio di poter fornire i contenuti ai canali Tvrs e Tvrs Marche creando un’apposita società. Ma allora non ci fu alcuna risposta positiva dai vertici aziendali. Oggi, alla luce di quanto successo ci si affretta a precisare che l’Azienda non verrà chiusa e che anzi i dipendenti avranno la priorità nel caso in cui vogliano proseguire sulla strada della produzione. Non vorremmo che ci fosse la precisa volontà di favorire solo alcuni dipendenti a discapito degli altri, perché altrimenti l’Azienda avrebbe potuto accettare il Piano di rilancio proposto nei mesi scorsi ed approvato dalle O.O.S.S. Infatti nel corso dell’ultima assemblea sindacale, il delegato dei lavoratori del 111 Andrea Verdolini ha dichiarato che da parte di questi ci sarebbe un “dialogo” in corso con la Proprietà. Fatto che ha costretto i lavoratori del Reparto Tvrs 0001 a costituirsi in comitato.
I vertici di Beta Spa continuano a contraddirsi nelle loro azioni e negli stessi comunicati inviati alla stampa. Dichiarano una cosa, poi la ritrattano, ma al momento opportuno la ripresentano. In ballo ci sono posti di lavoro, famiglie e soprattutto la dignità dei dipendenti che meritano rispetto e correttezza. Mentre in Italia ci sono imprenditori che fanno il possibile per evitare la vergogna dei licenziamenti, nonostante bilanci in perdita e grosse (nonché vere) difficoltà economiche, c’è chi invece preferisce licenziare pur in presenza di bilanci in attivo. I soci di maggioranza della Beta Spa parlano di scelta determinata “dalla forte crisi, aggravata in questo settore dalla transizione al digitale terrestre”. Evidentemente non ricordano che il Presidente del Cda della Beta riferì all’Assessore al Lavoro Marco Luchetti, nel corso di uno dei tre incontri svoltisi in Regione e come da verbale, che i problemi dell’Azienda non erano di natura economica, bensì di rapporti con i lavoratori. Fiduciosi che l’Azienda non voglia mettere in atto azioni discriminatorie, i lavoratori del Reparto Tvrs 0001 ribadiscono sin d’ora di voler essere della partita. E confidano che ad essi la Beta Spa voglia concedere le stesse condizioni che potrebbero essere concesse a terzi, compresi i lavoratori attualmente in forza all’altro Canale: il 111 (Reparto Tvrs 0002).
Resta comunque gravissimo il comportamento dell’Azienda i cui soci di maggioranza dopo aver sfruttato una concessione pubblica oggi, adducendo come scusa la crisi, che fortunatamente per la Beta Spa non c’è, decide di continuare a sfruttare la possibilità di trasmettere senza il coinvolgimento di tutti coloro che hanno contribuito, con il proprio lavoro ed impegno professionale e personale, a rendere Tvrs una realtà solida. Tra l’altro l’Azienda sta rassicurando pubblico e committenti che continuerà a produrre servizi, contraddicendosi ulteriormente, in quanto ha già messo in mobilità tutto il personale. Lo sfruttamento di una risorsa pubblica non può andare esclusivamente a beneficio di chi dimostra di guardare solo al proprio interesse. Quando realtà di questo tipo decidono di intraprendere decisioni drastiche, che comportano la chiusura dell’attività di produzione, senza poter contare su fondamenti economici, è doveroso e necessario l’immediato intervento del Ministero competente. Anche perché la stessa Beta Spa si è vista assegnare il canale 11 del digitale terrestre (una posizione vantaggiosa sul “telecomando”) proprio in ragione del numero dei dipendenti e a discapito di quelle altre emittenti che mantenendo un comportamento corretto e leale hanno ottenuto un numero di Lcn sicuramente meno appetibile. Stupisce, infine, che nel comunicato stampa della Beta Spa non v’è la notizia della improvvisa uscita dal consiglio di amministrazione di Gaetano Issini (fratello del fondatore don Dino).”