“CIVITANOVA E’ UNA CITTA’ CHE STA MALE”

mons-luigi-conti“E’ una città che sta male, ma non nelle cose che si vedono. Civitanova sta male perché non dà un senso alla vita delle persone. Bisogna, quindi, intraprendere il cammino della speranza. Ed è proprio a questa speranza che voi e le associazioni come la vostra, appartenete”. Parole dall’arcivescovo Luigi Conti in via Trilussa, durante la messa celebrata per i 25 anni dalla fondazione dell’Anffas. Tra i presenti il figlio dell’ingegnere Cabassi fondatore dell’associazione, il presidente e vice, rispettivamente Ricci e Ardito, l’imprenditore Germano Ercoli insieme alla sorella Rosaria, l’ex presidente della provincia Giulio Silenzi, il consigliere comunale Giorgio Palombini. Prima della messa, il convegno che ha visto gli interventi del professor Mancini (Università di Macerata), del professor Lambertucci (Università di Urbino) e dell’assessore ai Servizi Sociali, Fabrizio Ciarapica sulle politiche sociali per i disabili. La giornata, tra pesca di beneficienza, musica, balli, castagne e pesce fritto, si è conclusa, salutando quest’importante traguardo raggiunto da un’associazione che da sempre promuove una cultura dell’accettazione e dell’integrazione della persona con disabilità, creando sostegno e solidarietà intorno alle famiglie coinvolte. Nel corso di questi decenni le modalità si sono evolute ed affinate e, dalle iniziali serate del primo centro pomeridiano, è arrivata alla gestione di un centro diurno e residenziale. La sua nuova sede, in via Trilussia 12, costruita con le generosa solidarietà di tutto il comprensorio locale, oggi ospita circa 30 ragazzi che si avvalgono del servizio educativo che l’Anffas fornisce attraverso la cooperativa sociale Il Camaleonte. Servizio educativo che vive in continua osmosi con le realtà del territorio per tener fede alla sua vocazione si associazione impegnata nell’integrazione della disabilità. Il prossimo appuntamento per i 25 anni dell’Anfass è mercoledì 2 dicembre al Cine Teatro Rossini con gli spettacoli teatrali “La votaziò” e “Che fadiga commatte co le donne ‘ntelligenti”.