di Giulio Silenzi
Tagli alle Regioni. Ma che significa? Significa che non ci saranno più risorse finanziarie, cioè i soldi per i servizi primari, utili, necessari per i cittadini e le famiglie. Prendiamo ad esempio le Marche. Se non interverranno modifiche -come ribadito dal Presidente della Regione, Gian Mario Spacca, “le Marche subiranno un taglio di risorse di 400 milioni di euro in tre anni, di cui 130 nel primo anno. Mancherà il 60% delle risorse. Sono a rischio i trasporti pubblici, i servizi sociali e il sostegno alle piccole imprese e all’artigianato”. In sostanza, con la finanziaria, si sta mettendo in atto una grande truffa, perché ciò che il Governo sta facendo è lavorare ad una riduzione dello stato sociale che finirà per colpire soprattutto le fasce più deboli, passando di fatto dal federalismo delle chiacchiere al federalismo della truffa. Questo abnorme taglio sarà dunque la via per ridurre lo stato sociale che trova le sua fondamenta sulla dimensione locale. Questo è il federalismo della Lega, di Tremonti e di Berlusconi; in concreto, un pretesto per dare una forte botta alla spesa sociale, all’intervento del pubblico in settori delicati e importanti. Non si può agire in un modo così pesante come si sta facendo con la manovra, senza avere la consapevolezza di ciò si va a fare. Sono state le amministrazioni di sinistra e centro sinistra che hanno inventato le politiche sociali e di sviluppo: dagli asili nido alle aree artigianali (PIP); dall’urbanistica ai consorzi socio-sanitari. Dicono di non mettere le mani nelle tasche degli italiani ma in realtà lo fanno in maniera truffaldina perché il taglio alle Regioni significherà meno servizi e più spese che si abbatteranno sulle famiglie italiane. Per il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, oltre a tutto il resto, “la manovra elimina integralmente gli aiuti alle famiglie bisognose ed elimina i pochi contributi alla non autosufficienza. Saremo costretti a ridurre drasticamente i contributi agli anziani, anche quelli non autosufficienti e che ricevono un aiuto perchè costretti nelle case di riposo; saremo poi costretti a ridurre, fino ad annullare, i contributi per gli asilo nido. Queste sono le ragioni: molto concrete! Questi sono i diritti essenziali dei nostri cittadini che sto difendendo da settimane”. L’accordo con i Comuni e le Province altro non sarà che tasse sulla casa. La logica berlusconiana è sempre quella: “Io Governo strozzo te Regione, Provincia e Comune e vi costringo a mettere nuove tasse; in questo modo potrò dire di non essere stato io ad averle aumentate”. Purtroppo gli effetti di questa manovra scellerata, si sentiranno tra qualche tempo, quando le Regioni e i Comuni saranno costretti a far quadrare i bilanci. Oggi, non vi è fino in fondo nei cittadini, piena consapevolezza di ciò che accadrà. É la solita tecnica, come del resto è accaduto con la scuola dove per un anno abbiamo parlato di grembiulini e del 5 in condotta e solo oggi ci rendiamo conto che quella riforma aveva solo lo scopo di recuperare finanziamenti, cacciare i precari e non sostituire gli insegnanti che vanno in pensione, creare condizioni con classi sempre più numerose, ridurre gli insegnanti di sostegno, senza compresenze, in realtà una scuola mortificata e non certo all’altezza di un paese che vuol sviluppare. In virtù di quanto detto, sarebbe stato giusto che che le Regioni avessero rassegnato le deleghe allo Stato perché non ci sono funzioni senza i finanziamenti per poterle svolgere. Quello a cui oggi si assiste è in realtà uno scontro tra due culture: quello della destra che vuol privatizzare ogni cosa e quello di centro sinistra che ritiene indispensabile garantire i servizi pubblici essenziali, aumentando l’efficienza e il rigore.