Paura nella notte di mercoledì scorso per il motopeschereccio “Nonno Vincenzo” di Civitanova. Mentre stava rientrando da un giro di pesca in mare, l’imbarcazione è affondata all’imbocco del porto di Fano. A bordo c’erano quattro persone. Tutte sono riuscite a mettersi in salvo raggiungendo il molo a nuoto. Sfiorata la tragedia, sul posto sono intervenute una motovedetta di soccorso della capitaneria di porto di Pesaro ed una pattuglia dell’ufficio marittimo di Fano.
La società armatrice del “Nonno Vincenzo” è stata diffidata al rapido ripristino dello stato dei luoghi al fine di ottenere un sicuro passaggio per tutte le unità in transito. Mediante l’intervento di un moto-pontone, il peschereccio dovrebbe essere recuperato al più presto. L’autorità marittima ha aperto un’inchiesta al fine di stabilire eventuali responsabilità. Intanto il comandante Vincenzo Gasparroni e il padre Giuseppe (armatore) tengono a sottolineare un aspetto. “Uno dei tunisini che facevano parte dell’equipaggio ha legato l’imbarcazione a uno scoglio per non farla andare alla deriva. Poi è rientrato nella barca e ha tratto in salvo i suoi tre colleghi. Il suo è stato un gesto eroico e chiederemo al sindaco Mobili di dargli un premio”. Civitanova, purtroppo, in passato è stata testimone di drammatici fatti di cronaca. Il più grave, quello del settembre 2004, quando tra le onde morì Luigi Lepretti in seguito all’affondamento dell’Elsa Madre dovuto ad uno speronamento.