La seconda relazione della prof.ssa Paola Ballesi nella riuscita rassegna dei Martedì dell’Arte, promossa dall’Associazione Arte, ha riguardato: “Le donne di Gustav Klimt”, pittore austriaco (1862-1918) “considerato – ha sottolineato la relatrice nell’introduzione della lectio – uno dei più significativi artisti della secessione sviluppatasi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, a Monaco di Baviera e Berlino in Germania e a Vienna in Austria.
Una dotta panoramica di artisti di quel particolare periodo artistico ai quali va riconosciuto il merito di aver rappresentato le donne in maniera inedita e originale e di aver restituito un nuovo vigore alla figura femminile nell’arte. Proprio da loro, il periodo è stato il primo a restituire un fascino erotico in una dimensione vicina alla mitologia, al mondo delle ninfe, al quale Klimt ha aggiunto, come vedremo in seguito, uno dei suoi tratti distintivi.
Con la proiezione di immagini sul grande schermo del cineteatro Cecchetti, un’interessante rassegna di capolavori dei quali facciamo un sintetico riferimento, iniziando da “La belle dame sans merci” (La bella donna senza pietà) di J.W. Waterhouse (1893), “La bocca baciata” di Dante Gabriel Rossetti (1859), “La carezza” di Fernand Knopf (1896), splendida litografia di Edward Munch (1895 c.) e altri ancora.
Colti riferimenti della prof. Ballesi a dipinti riferentesi a Giuditta, la donna che liberò la città di Betulia assediata dagli Assiri del re Nabucodonosor e della cui bellezza si invaghì Olofene, loro generale, che lo stesso grande Caravaggio dipinse nel 1610, a Salomè di Gustave Moreau e di Max Klinger.
Ampi riferimenti a Gustav Klimt, che fu un artista di riferimento della secessione e che ebbe una miriade di commesse, dalla sua “Giuditta”, “che sembra – ha sottolineato la Ballesi – un’orchidea con collare d’oro e pietre preziose”, a “Nuda veritas”, al “Il bacio”, opera popolarissima, dipinta nel 1907-08, custodita nel museo “Osterreichische Galerie di Vienna”, (nella foto), venduto definitivamente ad una somma che oggi consisterebbe in 93 milioni di euro. Conclusione con il dipinto e la storia di “Adele Bloch-Bauer”, amica e mecenate di Klimt, la sua vera Giuditta, custodita nella New Galerie di New York. Un’ artistica conciliazione fra uomo e donna (v.d.s.).