Dopo Civitanova Marche che ha ospitato di recente lo spettacolo teatrale “Capelli al vento” nell’ambito delle giornate democratiche organizzate dal PD civitanovese, è la volta di Fermo. È una Joyce che si parla allo specchio, che dialoga con “Sibille” provenienti dai più svariati paesi del mondo, che narra storie di donne intrecciando finzione e realtà, antropologia e storia, quella raccontata, alla Sala degli Artisti venerdì 28 ottobre, dalle amiche-scrittrici Antonietta Langiu e Luana Trapè, nell’ambito della presentazione della ristampa del volume IL LIBRO DELLE STREGHE, edito dalla casa editrice marchigiana Gwynplaine, prefazione a cura di Chiara Cretella. La prossimità con la festa di Halloween è puramente casuale!
Guidata da Orlando Micucci, che si è ispirato al protagonista de “L’uomo che ride” di Victor Hugo per denominarla, la casa editrice ha fatto del recupero di opere fuori catalogo la sua missione editoriale, e il libro di Joyce, pubblicato, nella sua prima edizione, dalla Transeuropa nel 1990, era ormai introvabile.
Oltre ai coniugi Lussu, considerati dei punti di riferimento per il loro impegno politico, di cui sono già stati pubblicati “Teoria dell’insurrezione” di Emilio e “Padre padrone e padreterno” di Joyce, la Gwynplaine, che ha iniziato la sua attività editoriale nel 2008, ha tra i suoi titoli testi che coniugano la buona letteratura e la critica sociale, gli autori spaziano da Mazzini a Gramsci, da Lenin a London. Questo il link del catalogo: http://lasmorfiadigwynplaine.splinder.com/tag/catalogo
Dodici storie di donne straordinarie, maghe, streghe e sibille, recita il sottotitolo, divertenti racconti che recuperano tradizioni e leggende dalla grande cultura matriarcale delle origini che Joyce ha sempre cercato di riportare alla luce, come quelle comunità che le hanno ispirato anche il libro “Le comunanze picene”, dove le donne erano depositarie di una cultura della convivenza, erano custodi di una conoscenza da non tenere segreta ma da tramandare a fin di bene e di pace.
Un’appassionata difesa dell’accezione positiva dei termini strega, maga, sibilla, per ritrovare l’immagine originaria di una donna saggia e serena, capace di rapporti pacifici basati sugli scambi, che rifugge dalle gerarchie di potere, che non ha bisogno di usare armi per difendere la sua autorità.
“Alle donne, dice Joyce, hanno sempre tolto qualche cosa: autonomia, autorità, identità. Portano i segni di adattamenti forzosi, di rinunzia a una parte di se stesse, di mortificazioni secolari, di mutilazioni profonde, di violenze subite che generano paure, inganni, meschinità”. Le sue “sibille” sono delle narratrici di storie che influenzano il presente nella prospettiva di un futuro in movimento. La sua scrittura semplice ma non semplicistica, come ricorda Luana Trapè, ha la fascinazione dell’oralità, è permeata di estetica, è legata cioè al piacere dei sensi, al gusto per la descrizione dei profumi, dei cibi. Joyce è una affabulatrice straordinaria, basta leggere per averne conferma la sua versione della storia del Guerrin Meschino o quella della Madonna del telaio e del lago di Pilato per rimanere sui nostri monti sibillini. Sempre animata dalla passione civile e dall’amore per la realtà, come la descrive l’amica Antonietta Langiu, con quell’afflato che nasce da affetto, stima e condivisione di pensiero, Joyce, sibilla del novecento, ha percorso il secolo con le sue battaglie, facendo della cultura dell’incontro e del confronto, che a volte si trasformava in scontro, la sua cifra vitale. Antifascista, anticlericale, sempre indomita, pacifista fino al midollo, ambientalista, oppositrice di ogni forma di intolleranza e di integralismo e sempre a fianco dei più deboli. Lei che faceva storia in modo “selvatico e inurbano” andava a cercare i vecchi analfabeti e le sibille che “col ritmo poetico di una costruzione sapiente, recuperano culture sommerse ma non defunte, sconfitte ma maggioritarie, diverse da quelle di minoranze di padroni e di guerrieri; ricostruiscono rapporti sociali e modi di produzione, riannodano fili di intelligenza creativa e di saggezza, capace di tessere maturazioni e proiezioni nel futuro”.
Il prossimo appuntamento nelle Marche è per sabato 12 novembre a Offida (AP), dove si svolgerà la cerimonia di premiazione del premio letterario a lei dedicato.