La nostra Costituzione all’’Articolo 9 recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. E’ risaputo, la cultura, l’arte, la creatività producono effetti benefici sull’economia del Paese e rappresentano fattori fondamentali per promuovere sviluppo economico e sociale sostenibile, un investimento per l’economia di un intero territorio. La cultura è un efficace anti depressivo, è un potente motore per superare la crisi. L’offerta culturale deve essere, in momenti di difficoltà, di ampio respiro temporale, di alta qualità, competitiva, attenta alla gestione delle risorse, intransigente con gli sprechi, deve proporre progetti originali e contenuti di spessore. Di fronte a un panorama complesso come quello che stiamo vivendo, di fronte a problemi di massima urgenza, non si può e non si deve rispondere con la desertificazione della cultura, ma piuttosto riconfigurando l’idea stessa di offerta culturale, un’offerta di assoluta qualità che lasci il segno nel tessuto connettivo di Civitanova.
E’ una mistificazione far credere che in tempi di difficoltà tagliare le gambe all’arte, alla ricerca, al teatro, alla tutela e alla valorizzazione dei Beni Culturali sia necessario per raddrizzare le cose. L’idea che tutto questo sia un optional, un lusso, un accessorio e che le spese per la cultura siano superflue, è tanto vecchia quanto falsa. Niente di più sbagliato e controinduttivo. Ridurre, comprimere, soffocare, eliminare la produzione e la fruizione culturale vuol dire segare il ramo su cui si è seduti, vuol dire cancellare le proprie chance presenti e future, condannarsi all’impermanenza. Le attività artistiche, la scuola, i musei, hanno una funzione alta nella società come luoghi di consapevolezza civica, di educazione alla creatività e alla democrazia. Sono il cuore e l’humus di quella capacità di crescita endogena che i migliori economisti raccomandano come lo stimolo più potente all’innovazione e alla sviluppo intellettuale per una società armonica. Se la crisi ridefinisce i parametri che regolano la nostra vita collettiva e culturale, la Storia passata ci insegna che sono proprio le epoche di crisi quelle in cui nascono e fioriscono i più grandi, ambiziosi e intelligenti progetti culturali. Facciamone tesoro.”