CIVITANOVA MARCHE: LA CRISI DEL COMMERCIO LOCALE TRA CHIUSURE, INSICUREZZA E NUOVE SFIDE

Negli ultimi anni, Civitanova Marche ha assistito a una significativa trasformazione del proprio tessuto commerciale. Nel 2023, secondo i dati dell’ufficio commercio, 105 negozi hanno chiuso i battenti, mentre 113 nuove attività hanno aperto, evidenziando un saldo positivo ma fragile. Particolarmente preoccupante è il settore della ristorazione: 31 chiusure a fronte di 21 aperture, segnando un’inversione di tendenza rispetto al passato.

Questa tendenza locale riflette una crisi più ampia a livello regionale e nazionale. Nella provincia di Macerata, dal 2018 al 2025, le imprese commerciali sono diminuite del 22%, passando da 8.136 a 6.327, con una media di 49 chiusure al mese negli ultimi due anni. A livello nazionale, tra il 2012 e il 2023, oltre 111.000 negozi al dettaglio hanno cessato l’attività, con una perdita di 31.000 esercizi durante la recente crisi.

Le cause di questa “desertificazione commerciale” sono molteplici. La crescita esponenziale dell’e-commerce ha modificato radicalmente le abitudini di consumo, sottraendo clientela ai negozi fisici. A ciò si aggiungono l’inflazione, l’aumento dei costi operativi e una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, che limitano la spesa e penalizzano soprattutto le piccole attività.

Ma a pesare sul commercio locale non sono solo le dinamiche economiche. Sempre più negozianti lamentano un altro fattore che sta accelerando la crisi: l’insicurezza. Furti, vandalismi, episodi di microcriminalità e la presenza crescente di bande giovanili hanno creato un clima di paura tra commercianti e clienti. Negli ultimi mesi, a Civitanova, si sono moltiplicate le segnalazioni di attività commerciali prese di mira da malintenzionati, con danni economici e psicologici per chi lavora quotidianamente sul territorio.

La conseguenza è evidente: chi può evita di frequentare il centro nelle ore serali, preferendo spostarsi in luoghi percepiti come più sicuri, come i centri commerciali, dove la presenza della vigilanza privata e un ambiente controllato garantiscono un’esperienza d’acquisto più serena. Questo progressivo spopolamento delle vie cittadine nelle ore meno trafficate alimenta un circolo vizioso: meno persone in strada significano meno sicurezza, meno sicurezza significa meno clienti e, di conseguenza, ancora più chiusure.

La chiusura di un negozio non rappresenta solo una perdita economica, ma anche sociale e culturale. Le attività commerciali locali sono fondamentali per la vitalità dei centri urbani, fungendo da luoghi di aggregazione e contribuendo all’identità della comunità. La loro scomparsa può portare a un senso di degrado e insicurezza tra i residenti, con il rischio che alcune zone della città diventino sempre meno vivibili.

Per contrastare questo fenomeno, è essenziale una strategia integrata che coinvolga istituzioni, associazioni di categoria e cittadini. Iniziative come i “Mercoledì dello shopping” a Civitanova, con aperture serali ed eventi culturali, rappresentano un esempio positivo di come rivitalizzare il commercio locale. Tuttavia, sono necessari interventi strutturali, come incentivi fiscali, supporto alla digitalizzazione delle piccole imprese e politiche volte a incrementare il potere d’acquisto delle famiglie.

Ma soprattutto, è necessario affrontare seriamente il tema della sicurezza. Aumentare i controlli nelle aree più a rischio, potenziare la presenza delle forze dell’ordine e implementare sistemi di sorveglianza più efficaci può contribuire a restituire fiducia a commercianti e clienti. Se il centro città torna a essere un luogo sicuro e attrattivo, i cittadini torneranno a viverlo, restituendo ossigeno alle attività locali e spezzando la spirale di declino che oggi sembra inarrestabile.

La sfida è complessa e richiede un impegno collettivo per preservare il cuore pulsante delle nostre città e garantire un futuro sostenibile al commercio di prossimità. Non è solo una questione economica, ma anche una battaglia per la qualità della vita e il futuro di Civitanova.

2 risposte

  1. Giovanna Capodarca ha detto:

    Purtroppo è il risultato che colpisce tutto il territorio nazionale, in primis sono subentrate altre scelte commerciali ,agglomerati di attività chiuse come cittadella con parcheggi gratuiti riparati da intemperie di ogni tipo, sicurezza…qui si acquista anche quello che non serve….il vecchio centro non offre nulla di tutto questo,anzi non è più sicuro, le multe fioccano anche per una piccola svista,….una crisi economica per mancanza di certezza sul lavoro…..e tanto altro, lungo da scrivere….qui da noi anche una mancanza di scelte politiche per tentare di arginare queste morti unite spesso al degrado…..

  2. Amedeo Regini ha detto:

    Ma questa Purtroppo è una tendenza non solo civitanovese ma direi più generale a fronte di una situazione di fatto della crisi produttiva,il caro energia,altre forme di commercio,inflazione ecc.Poi c’è la flessione demografica mentre si lascia consumare suolo con lottizzazioni urbanistiche che rispondono alla rendita di posizione mentre altre 20 lottizzazioni sono ancora sulla carta e che nessuno gruppo consigliare,partiti ne abbiano chiesto una revisione del PRG.Direi che c’è confusione sotto il cielo.

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