E alla fine le multe arrivarono. I cartelli, poco chiari, recano il simbolo della macchina portata via e la scritta (eccetto automobili). Nell’ampio parcheggio di piazza Abba i camper non possono sostare eppure il codice della strada prevede che se si hanno le dimensioni di legge, rispettando il codice stradale i camper possono parcheggiare.
Per legittimare il provvedimento il Comune fa ricorso all’articolo 7 (comma 1) del Cds, che giustifica limitazioni alla sosta con “accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale”. E infatti nell’ordinanza si richiama alla tutela del monumento alla Cavalleria. Quindi i camper no ma le auto davanti al monumento vanno bene. Certo, sarebbe stato più logico apporre un perimetro di catenelle e un adeguato arredo urbano a protezione dell’area antistante il monumento per tutelarlo, ma il vero obiettivo dell’amministrazione non è questo: altrimenti, ragioni di decoro le imporrebbero di asfaltare piazza Abba, disseminata di buche.
La multa ai camperisti ha quindi un sapore strumentale in quanto c’è la volontà di costringerli a parcheggiare nella zona dell’autostrada (parcheggio Aurora) già rivelatasi del tutto fallimentare, ovvero un’area di sosta per i camper che è costata 130.000 euro e che non viene utilizzata da nessuno. Eppure il Comune insiste con un’ordinanza che, se impugnata al Tar, farebbe la fine di tante cause che lo vedono soccombente. Anche perché, nel caso di piazzale Abba, i camperisti parcheggiavano in un luogo talmente ampio e quasi sempre vuoto che questa ordinanza sembra essere solo un dispetto, perché si preferisce questo spazio all’area camper individuata dal Comune vicino all’autostrada, Una scelta, quella, rivelatasi da subito infelice; fin dall’inaugurazione, con tanto di foto dei leghisti (da Pollastrelli alla segretaria cittadina, al segretario provinciale della Lega e addirittura una parlamentare europea). Lecita una riflessione: se questa è politica turistica c’è da stare freschi con un Comune che agisce per camere stagne separate e che invece di essere attrattivo e accogliente è invece respingente.